«Padre, non ce la facciamo più. Manca ogni cosa, nessuno ci viene in aiuto…». Don Calabria ascolta in silenzio il discorso di quel Superiore di una delle case dell’Istituto, poi si raccoglie a meditare la decisione. Alza infine gli occhi e dice al Superiore: «Qui la Provvidenza vi prova al sommo grado. Per questo, non avendo altro da mandarti, ti mando questa povera creatura, che costa il sangue di Dio. Ricevila in suo nome e per amore, e la casa acquisterà un nuovo miliardo…». E gli affida un bambino.
Don Calabria sapeva quanto vale un uomo, quanto vale soprattutto un cuore in grazia di Dio. Ed era convinto che la Provvidenza non può mancare. Quante volte, anche di notte, meditava la parola del Vangelo: Cercate prima di tutto il regno di Dio. Il resto vi sarà dato in sovrappiù. E ci credeva sul serio. E voleva che i suoi figli ne avessero la stessa fede. «Urge il ritorno pratico alle pure sorgenti del Vangelo… O si crede, o non si crede; se non si crede, si stracci il Vangelo» diceva. Per inculcare ai suoi figli queste convinzioni Don Calabria, come gli altri grandi testimoni della Provvidenza, ricorreva a fatti molto concreti di forte pedagogia.
Un giorno dell’ultima guerra, ad esempio, venne a mancare il sale in una casa. Il Fratello Economo mandò allora un bambino di quinta elementare in chiesa a invocare la Provvidenza. Il bambino va, prega, ma il sale non arriva. Il Fratello allora manda un altro, poi un altro. Alla porta intanto si presenta un povero e domanda la carità di un pizzico di sale. Il Fratello va in cucina e lo domanda alla Suora. Ce n’è solo un bicchiere, il povero può essere contento: lo riceve e ringrazia. In casa il sale è proprio del tutto esaurito. Allora arriva una telefonata che avverte di andare a prendere oltre dieci chili di sale. Gratuitamente!
Questo ricorso alla Provvidenza non esimeva dal lavoro o dalle ragionevoli industrie umane: «La prima Provvidenza è la testa sul collo» soleva dire. «Anche agli uccelli il Signore ha dato la testa e il becco». Ma al di là di ogni umana diligenza, Lui e il suo Istituto avrebbero dovuto gridare al mondo la pagina dimenticata del Vangelo della Provvidenza:
«Il fine speciale della Congregazione» scriveva nelle Costituzioni della sua Opera — è di ravvivare nel mondo la fede e la fiducia in Dio, Padre di tutti gli uomini, mediante l’abbandono totale nella sua divina Provvidenza per tutto ciò che riguarda le cose necessarie alla vita, secondo l’insegnamento del Signore: «Cercate in primo luogo il Regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato in sovrappiù».