«Ho bisogno di parlarti».
«C’è qualche disgrazia?»
«Tutt’altro che disgrazia. Ti devo dire una cosa grande».
«Una cosa grande?!». «Sì! Ho letto tutto il Vangelo!»
Con questo dialogo Don Calabria comunicava a un amico un fatto decisivo della sua vita. E aggiungeva: «Il Vangelo l’avevo letto e anche predicato, come prete. Ma ier l’altro, dopo un giorno amaro, non riuscendo a dormire presi in mano il Vangelo e lo lessi tutto, tutto in una notte. E n’ebbi una sensazione insolita. Che cosa grande il Vangelo! Ne restai ammirato, stordito, senti, senti…». E voltava le pagine a salto, segnate in margine a matita.
«Senti! Non vi affannate per il cibo. Gli uccelli non seminano né mietono, e il Padre mio li pasce… Se avrete tanta fede quanto un granello di senape, direte a questo monte «spostati in là» e il monte si sposterà al vostro cenno!»
Era l’intuizione di grazia che avrebbe fondato e guidato d’ora in poi tutta la sua Opera. Il numero dei fanciulli e ragazzi abbandonati aumentava, e umanamente non si sapeva come mantenerli.
Ma la Provvidenza cominciava a venire incontro a Don Calabria nei modi più impensati.
Gente umile e famiglie abbienti andarono a gara per aiutarlo. Le fruttivendole di Piazza Erbe gli portavano frutta e verdura che rischiava di andare a male, e spesso la Provvidenza gli veniva in aiuto in modi miracolosi, come quando gli capitava di impegnare i suoi piccoli a pregare per gravi necessità della Casa.
Quando la casa divenne piccola per il numero crescente dei fanciulli, pensò di comprare un caseggiato più vasto. Cercò, contrattò, e finalmente decise di comprare il grande caseggiato di S. Zeno in Monte, che dominava dall’alto la città di Verona adagiata sul verde intorno al nastro scintillante del fiume Adige. Vi entrò il 6 novembre 1908 e vi stabilì il suo quartiere generale.
Di lì l’opera dei Buoni Fanciulli si estese ad altre città, e giunse anche lontano, molto lontano! Dapprima si portò a Costozza di Vicenza, a Este in quel di Padova; poi a S. Giacomo di Vago, a Negrar… Giunse a Roma, a Milano, a Ferrara, a Napoli, in Calabria. Infine varcò i confini dell’Italia per raggiungere le terre lontane dell’India, del Brasile e dell’Uruguay, Argentina, Paraguay e Angola, in Africa; Russia e Romania, in Europa…