La nostra vita è una lotta continua. E per provar questo non fa bisogno che lo dimostri, tutti convenite che in questo mondo si soffre. Come riuscire vittoriosi? Fratelli, sursum corda, i nostri cuori a Dio. Con la santa Sua grazia, che mai vien meno, con l’aiuto dei Santi possiamo arrivare felicemente al porto. Quando il soldato si sente venir meno le forze, mancar il coraggio, guarda il suo capitano, ascolta i suoi consigli, fa tesoro delle sue lezioni e riprende novella lena.
Fratelli, la nostra vita è una battaglia; il nostro sguardo in alto, al sommo capitano Cristo Gesù. Ma oltre a Lui teniamo rivolto lo sguardo ai Santi, ed in questo giorno in modo speciale ad una Santa che appartiene ai due Testamenti, il Vecchio e il Nuovo, ad una Santa che è nientemeno madre della Madre di Dio. Studiamo i suoi esempi, facciamo tesoro delle sue lezioni e preghiamola tanto che ci sia di scorta, di aiuto nel terreno pellegrinaggio.
La Vergine benedetta, la Madonna, eletta sin dai secoli eterni alla dignità incomparabile di Madre del Verbo divino, doveva pure aver una madre; e questa madre, o miei fratelli, è S.Anna. Mancandomi la scorta dei Libri santi non oso dire che S. Anna sia, dopo la Vergine Santa, la più grande: solo con sicurezza posso dirvi che, dovendosi dall’umiltà prendere la giusta misura della vera santità, e che dalla stabilità dell’edificio si desume la fermezza e stabilità del fondamento, la nostra Santa fu fatta degna di essere madre della Madre di Gesù Cristo appunto per la sua umiltà; fondamento, o cari, di ogni virtù.
Maria è la Madre di Dio, Anna la madre della Madre di Dio. Da sì sublime dignità, da sì alto grado ci sia lecito desumere la dignità, la santità di Anna; se la gloria dei figli si rifonde nei genitori, la nostra Santa giustamente deve partecipare dei trionfi, della gloria, della santità di Maria: e perciò se la Vergine benedetta è chiamata mare di grazia, Anna di questo mare ne è la sorgente, e con altro nome non deve essere chiamata, essendo che Anna significa grazia.
La donna forte e saggia descrittaci nei libri sacri, donna che attende alla direzione della famiglia, che s’affatica nei giornalieri lavori, che veglia le notti, che soccorre i poveretti, che apre la bocca soltanto per dire sane sentenze, che sopporta con invitto coraggio le umane vicende, che forma la delizia e la fiducia del marito, che di elogi lo ricolma è, o miei fratelli, una languida idea di Anna, in cui il carattere di genitrice della madre di Dio suppone ed accresce l’esercizio di queste virtù, e di altre ancora più perfette.
Che fede in Anna! Che speranza si destava nel suo cuore! Che affetti di fervidissima carità infiammavano il cuore, nelle cui viscere fu concepita Maria, la sposa purissima dello Spirito Santo! Il Signore, o miei fratelli, non poteva non riempire di tutte quante le virtù un’anima che aveva preparato alla grande dignità di madre della Madre di Dio! Ammiriamo tanta santità, tanta virtù, tanta grandezza nella nostra Santa.
Cresce Maria, e cresce in grazia, presso Dio e presso gli uomini. Chi varrà a ridire la modestia, l’angelico candore, la straordinaria saggezza, l’amore al ritiro, l’assidua preghiera di questa prediletta figliuola? Ma S.Anna deve educare, condurre, formare questa figliuola, ricca di tanti doni, e perciò lascio pensare la pienezza di grazia che, doveva il Signore arricchire Anna: una santa gara di virtù fra Madre e Figlia.
Fratelli, il nostro pregare, il nostro affetto verso questa gran Matrona, questa creatura che cooperò in tanta parte all’umano riscatto. Figliuoli il nostro amore per S.Anna che, avendo dato alla luce la Madre del Redentore, operò la gloria di tutto il genere umano. Sì, o S.Anna, per te venne al mondo la speranza dell’afflitta umanità, con te ebbero il compimento le divine promesse.
Fratelli, il nostro pensiero, il nostro affetto, la nostra preghiera sia spontanea in questo istante verso questa Santa Matrona; preghiamola con fede, specialmente in questi tempi tanto tristi, tanto pieni di mali, affinché presso Dio, presso la sua Figlia interceda la grazia di camminare illesi; ma non contentiamoci di ascoltare i suoi esempi, le sue lezioni, procuriamo di metterli in pratica.
(Tratto dal Discorsetto in onore di S.Anna)