“Conosci, o cristiano la tua dignità”. Anch’io cari figli, dico a voi queste parole: Riconosci la grande grazia che il Signore ti ha fatto. Ricordate, o cari, che fra le cose divine la più divina è quella di cooperare con Cristo alla salvezza delle anime. Ciascuno di voi deve dire: Io un giorno sarò l’aiuto di Dio.
O cari dovete immagazzinare in voi tutto quello che un giorno dovete dispensare agli altri. Nessuno dà ciò che non ha e perciò se volete un giorno essere luce per gli altri, se volete insegnare agli altri, dovete adesso riempirvi di amor di Dio, di scienza santa. Ve l’ho detto ancora: voi non dovete essere canali, ma conche. Che cosa fa il canale? Porta l’acqua, ma se non tiene niente, la lascia tutta passare. E invece che cosa fa la conca? La conca si riempie per sé, ma dà anche agli altri. Voi dovete essere pieni di amor di Dio, pieni di virtù cristiane per poter dare anche agli altri.
Tutte le azioni nostre devono avere un solo scopo, quello della gloria di Dio e del bene delle anime. Pensiamo un po’ alla grandezza dell’anima. Che cos’è un’anima? Basta guardare a quel che ha fatto il Signore per comprendere un po’ che cosa siano e quanto valgano le anime. E pensiamo che tutto quello che il Signore ha fatto per le anime di tutto il mondo l’avrebbe fatto anche per un’anima sola, per ciascuno di noi. Quanto son dunque preziose le anime! Pensiamo che l’anima è l’effetto dell’amore grande di Dio, l’anima è un mistero d’amore.
Il segreto della salvezza delle anime sta nella santità, o cari. Non occorre andare in mezzo al mondo a predicare, a lavorare, anche questo se il Signore lo vuole, ma ricordatevi che per quanto facciamo non faremo mai qualcosa di profittevole per le anime se prima non siamo santi noi.
Mi ha fatto una grande impressione quando, sono stato su a Maguzzano dai frati trappisti. Là vi è un padre vecchio di 78 anni (se ben ricordo) il quale non è quasi più capace di reggersi e soffre, soffre tanto ma è veramente un santo, si chiama padre Giovanni Della Croce. Era ufficiale dei dragoni francesi, aveva nel mondo tutti gli onori, ed egli si è ritirato a fare una vita tanto austera. Ebbene egli mi diceva: “Don Giovanni soffro tanto, soffro specialmente alla notte, ma non mi lamento mai. Offro al Signore le mie sofferenze e gli dico così: “Signore pensaci tu ti offro queste mie pene per la conversione di quella persona, per quel povero agonizzante ed allora,- continuava quel santo monaco,- mi pare di soffrire con più rassegnazione, di essere più unito a Gesù che ha tanto sofferto“. Ecco come parlano e come fanno i santi. Così dobbiamo fare anche noi. E dovete voi incominciare fin da adesso se volete poi far veramente così.
Ricordatevi, o cari, che la vita dell’uomo è una continua lotta sulla terra: quanto più voi vorrete servire il Signore, essere santi, tanto più avrete da lottare, da combattere. Il Signore certamente non vi lascerà mai mancare la sua grazia, basta che voi siate umili e lo preghiate a concedervela. Lottate lottate, giovani lottate sempre per il bene perché ricordate che solamente chi avrà legittimamente combattuto riceverà poi l’abbondante premio della vita eterna.