La Liturgia può diventare, per tutti noi, una vera scuola di preghiera. È quanto auspica Papa Francesco nella sua settima catechesi sulla Messa (Udienza Generale del 10/01/2018), che ha per oggetto il Gloria e la Colletta, con i quali si concludono i riti di introduzione.
Dopo aver descritto il Gloria, come un inno con il quale, consapevoli della nostra miseria, esprimiamo a Dio la nostra gratitudine per la sua grande misericordia, il Papa si sofferma, in particolare sulla Colletta.
Non si tratta, come potremmo pensare, di una raccolta di offerte, bensì di una forma particolare di preghiera, che il sacerdote rivolge a Dio a nome di tutti, raccogliendo le intenzioni di ognuno di noi, fa appunto una colletta delle singole intenzioni.
Con l’invito “preghiamo” il sacerdote ci esorta a fare un breve momento di silenzio, perché ognuno di noi possa pensare alle cose che vuole chiedere nella preghiera.
“Il silenzio – spiega Papa Francesco – ci aiuta a raccoglierci in noi stessi e a pensare perché siamo a messa”. “Forse veniamo da giorni di fatica, di gioia, di dolore, e vogliamo dirlo al Signore, invocare il suo aiuto, chiedere che ci stia vicino; abbiamo familiari e amici malati o che attraversano prove difficili; desideriamo affidare a Dio le sorti della Chiesa e del mondo”.
Papa Francesco raccomanda, vivamente, ai sacerdoti di osservare questo momento di silenzio, perché facendo silenzio possiamo ascoltare la voce del nostro cuore, ma soprattutto la voce dello Spirito Santo.
Il silenzio ci aiuta a prendere coscienza che stiamo alla presenza di Dio ed a far emergere, ciascuno nel proprio cuore, le personali intenzioni con cui partecipiamo alla Messa.
Il Papa sottolinea, poi, l’importanza del gesto che il sacerdote compie, mentre esprime questa preghiera: le braccia allargate come Gesù sulla Croce. Il sacerdote rappresenta così Gesù che si offre al Padre e prega il Padre per noi.
Papa Francesco ci invita, infine, ad ascoltare con attenzione le parole di questa preghiera di colletta, che cambiano secondo i giorni e i tempi dell’anno. Queste preghiere sono ricche di significato e “possono aiutarci ad apprendere come rivolgerci a Dio, cosa chiedere, quali parole usare”.
Ascoltiamole, meditiamole, facciamone tesoro affinché davvero la Liturgia diventi, per tutti noi, una vera scuola di preghiera.