Verrebbe da dire “lo Spirito Santo, questo sconosciuto”, pensando ai tanti che ancora oggi non sanno spiegare bene chi sia lo Spirito Santo e dicono: “Non so cosa fare!” con lui, o ti dicono: “Lo Spirito Santo è la colomba, quello che ci dà sette regali”. Ma così il povero Spirito Santo è sempre ultimo e non trova un buon posto nella nostra vita.
Ricordo una volta, quando ero parroco alla parrocchia del patriarca San José, a San Miguel, durante la messa per i bambini, nel giorno di Pentecoste, ho fatto la domanda: “Chi sa chi è lo Spirito Santo?”. E tutti i bambini alzavano la mano. Uno di questi aveva risposto: «“Il paralitico!”. M’ha detto così. Lui aveva sentito “paraclito”, e aveva capito il “paralitico”!
È così: lo Spirito Santo sempre è un po’ lo sconosciuto della nostra fede.
Gesù dice di lui, dice agli apostoli: “Vi invierò lo Spirito Santo: lui vi insegnerà tutte le cose e vi ricorderà tutto quello che ho detto”. Pensiamo a quest’ultimo: lo Spirito Santo è Dio, ma è Dio attivo in noi, che fa ricordare. Dio che fa svegliare la memoria. Lo Spirito Santo ci aiuta a fare memoria.
Ed è tanto importante, fare memoria perché un cristiano senza memoria non è un vero cristiano: è un uomo o una donna prigioniero del momento, che non ha storia. Ne ha, ma non sa come fare tesoro della sua storia. Lo Spirito Santo ce lo insegna. La memoria che viene dal cuore è una grazia dello Spirito Santo. E lo è anche la memoria delle nostre miserie, dei nostri peccati, la memoria della nostra schiavitù: il peccato ci fa schiavi.
Ricordare la nostra storia, e come il Signore ci ha salvati, è bello.
Gesù, congedò i discepoli assicurandoli che non li lascerà soli: “Io vi manderò lo Spirito Santo”. Con questa promessa il Signore continua a spiegare chi è lo Spirito Santo e cosa farà in noi. E dice una cosa che ci fà pensare: “Egli darà testimonianza di me”.
Lo Spirito Santo è proprio Dio, la Persona Dio, che dà testimonianza di Gesù Cristo in noi. Lui è chi ci dice: “Questo è Gesù il Signore. Il Signore fa così. Questa è la strada di Gesù”. E lo chiama il Paraclito, cioè quello che ci difende, che sempre è affianco a noi per sostenerci.
Anzi, la vita cristiana non si può capire senza la presenza dello Spirito Santo: non sarebbe cristiana. Sarebbe una vita religiosa, pagana, pietosa, come quella di chi crede in Dio, ma senza la vitalità che Gesù vuole per i suoi discepoli. Del resto è lo Spirito che dà testimonianza di Gesù affinché noi possiamo darla agli altri.
Lo Spirito Santo: ci apre il cuore per conoscere Gesù. Agisce in noi durante tutta la giornata, durante tutta la nostra vita, come testimone che ci dice dove è Gesù.
E il momento migliore per scoprirlo è la fine della giornata, quando, seguendo un’abitudine propria dei cristiani, si fa l’esame di coscienza. Prima di andare a letto il cristiano pensa a cosa è successo, a cosa ha detto il Signore, cosa ha fatto lo Spirito Santo in me. “Ho sentito lo Spirito Santo, o ho guardato dall’altra parte?”
Questo esercizio dell’esame di coscienza ci fa bene, perché è prendere proprio coscienza di quello che nel nostro cuore ha fatto il Signore in questo giorno, ha fatto proprio lo Spirito Santo. E questo aiuta a rendere feconda, a rendere presente in ogni momento la fecondità della Pasqua. Chiediamo la grazia di abituarci alla presenza di questo compagno di strada: lo Spirito Santo; di questo testimone di Gesù che ci dice dove è Gesù, come trovare Gesù, cosa ci dice Gesù.
È stato Gesù stesso a lasciarcelo come amico. Dunque è bene conservare l’abitudine di domandarci, prima che finisca la giornata: “Cosa ha fatto oggi lo Spirito Santo in me? Quale testimonianza mi ha dato? Come mi ha parlato? Cosa mi ha suggerito?”. È una presenza divina che ci aiuta ad andare avanti nella nostra vita di cristiani.
(cfr. Meditazioni quotidiane – Maggio 2013 – Casa Santa Marta)