“La Messa è preghiera” è il titolo della seconda catechesi che Papa Francesco ha dedicato al tema dell’Eucaristia (cfr. Udienza Generale del 15/11/2017). Il Papa si è soffermato in particolare su che cosa è la preghiera e cosa significhi pregare, evidenziandone alcuni aspetti fondamentali.
Ha prima di tutto definito la preghiera come “dialogo, relazione personale con Dio“. Siamo stati creati per essere avvolti da quel vortice d’amore che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: è questa la meta della nostra esistenza.
La preghiera, allora, non è semplicemente “parlare a Dio come fanno i pappagalli”, ripetendo parole vuote, ma è questa relazione d’amore con il Signore, che dona pienezza alla nostra vita.
La Messa, afferma Papa Francesco, è “la preghiera per eccellenza e la più concreta”, proprio perché è “l’incontro d’amore con Dio, mediante la sua Parola e il Corpo e il Sangue di Gesù”. L’Eucaristia diventa, quindi, “il momento privilegiato per stare con Gesù e, attraverso di Lui, con Dio e con i fratelli”.
Tre sono gli aspetti che Papa Francesco evidenzia come importanti per la nostra preghiera e quindi, anche, per la nostra partecipazione all’Eucaristia. Prima di tutto il silenzio, perché non c’è vero dialogo, se non c’è silenzio. Allora, è importante che riusciamo a fare silenzio prima dell’inizio della Messa, per preparare il nostro cuore a questo incontro con Gesù. Solo nel silenzio potremo ascoltare la Parola di Dio, che risuona nel nostro cuore.
Gli altri due atteggiamenti, evidenziati dal Papa, hanno a che fare con la nostra capacità di “farci piccoli come bambini“, riconoscendoci figli del Padre. È Gesù che ci ha insegnato a rivolgerci a Dio chiamandolo Padre, ma non lo ha fatto perché voleva mettere sulle nostre labbra una formula.
Il Figlio di Dio voleva insegnarci che la preghiera è soprattutto sapersi fidare del Padre Suo. Come i bambini sanno che i loro genitori avranno cura di loro, così ci riconosciamo figli di Dio se sappiamo fidarci di Lui, sapendo che Lui ha cura di noi e non ci fa mancare nulla.
E dai bambini, afferma Papa Francesco, dobbiamo imparare anche un altro atteggiamento: la loro capacità di sapersi sempre meravigliare. “Ci lasciamo sorprendere da Dio, che è sempre il Dio delle sorprese?”.
La preghiera è “sapersi fidare di Dio e aprire il cuore per lasciarsi meravigliare”. È questo che fa della Messa, del nostro incontro con il Signore, “un incontro vivo”. Un incontro che ci dona il gusto e la gioia di ricominciare, nonostante le ferite della vita.
Il Signore ci sorprende soprattutto perché, quando lo incontriamo nella Messa, nella preghiera, incontra anche la nostra fragilità. Così scopriamo che “Egli ci ama anche nelle nostre debolezze”. Il nostro peccato non ci impedisce di incontrarLo, perché il Signore è sempre pronto a perdonarci e nell’Eucaristia, incontrando la nostra fragilità, ci dona la forza di rinascere, la gioia di ricominciare.
Nel silenzio prolungato della preghiera scopro ogni giorno che Dio mi ama. E come ama me, ama anche ogni persona che incontro ogni giorno. Nella preghiera Dio mi fa scoprire la bellezza nascosta in ogni avvenimento.
Scrive S.Paolo: “Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino”.
Ed è così! Quand’ero bambina pensavo che la preghiera fosse ripetere delle formule imparate a memoria e che pregare fosse dedicare del tempo a ripetere queste formule.
Poi crescendo ho, pian piano, compreso che pregare è questa relazione d’amore con il Signore, che come tutte le relazioni d’amore riempie tutti i momenti, ha i suoi alti e bassi, le sue gioie e le sue incomprensioni, i suoi momenti di felicità e i suoi momenti di stanca.
E come tutte le relazioni d’amore ha bisogno di silenzio, di ascolto, di momenti particolari di incontro, come la Messa, e soprattutto, di essere ogni giorno riscoperta e vissuta come fosse il primo giorno, con rinnovato entusiasmo e la gioia, sempre nuova, dello stare insieme.
Per me pregare è vita
Per me pregare mi da tanta forza di superare ogni ostacolo. Io PREGO ogni momento della giornata, mi affido al Signore sempre, e lo so che Lui mi ascolta. Lui è la luce dei nostri giorni. GLORIA al SIGNORE, che Dio ci benedica
A volte mi chiedo perché non mi dedichi alla preghiera come prima, mi è capitato di pensarci spesso ultimamente. La risposta classica che do a me stesso è di non avere tempo, perché ho altre mille cose da fare, anche se poi sono sempre a perdere tempo sui social, ma in fondo mi rendo conto che sono solo scuse dovute a non so cosa: demotivazione? Stanchezza? Bho chissà… ma preferisco essere cosi, per il momento, piuttosto che entrare nella classica routine del perfetto cristiano, che prega la mattina e la sera, perché di fatto non lo sono.
In questo ultimi mesi sto affrontando molte cose mi fanno esclamare la classica frase: “tutto a me deve capitare, quando dovresti dare una mano, non la dai”. Pregare, come lo facevo un tempo, sarà difficile ma spero di riuscire a ritrovare quell’equilibrio che mi permetta di farlo. Per tutto il resto mi affido, come sempre, alla provvidenza.
Pregare e ringraziare sono cose fondamentali nella vita di un essere umano e per farlo bisogna attingere ad una sorgente che, per me, è la Parola di Dio e, anche se non leggo tanto la Bibbia, mi nutro della sua Parola attraverso le messe e le omelie del nostro caro Don Roberto, che sono un toccasana dell’anima, perché attraversano la mente e arrivano dritte al cuore. Forse, non prego come dovrei, costantemente, ma quando lo faccio è un dialogo che ho con il Signore, proprio come avrei fatto con il mio Papà. Grazie Signore per le opportunità che mi dai, ogni giorno, di dimostrarti quanto ti amo e grazie di tutto, ma di più, per avermi donato due meravigliosi figli.
Per me sia la preghiera che la messa sono una forza.
Molte volte, insieme alle amiche della comunità, diciamo “che la mattina a messa beviamo alla sorgente”.
Si, effettivamente noi non ci accorgiamo dei benefici, ma ci sono, per noi e per le nostre famiglie…
Affidando a Lui quanti si affidano alle nostre preghiere, grazie Signore per tanti benefici.
Per me pregare è ogni giorno un rendere grazie al Signore… infatti, quando apro gli occhi la mattina, di riflesso, esco fuori al balcone e di fronte ho la mia parrocchia, la guardo, sorrido e dico grazie, perché è un altro giorno che il Signore mi dà la gioia di condividere con il mio papà… dico grazie per la splendida famiglia che ho… dico grazie per i miei figli, che sono il dono più prezioso, da loro imparo ogni giorno… dico grazie per le difficoltà e per la forza che mi dona, ogni volta, per poterle affrontare… dico grazie perché, ogni volta che vado a messa, mi ricarico… tutti i miei malori vanno via… dico grazie Signore perché ti vedo e ti sento nella mia vita.
Pregare non è una cosa che faccio di continuo però rivolgo sempre al Signore un pensiero ed una preghierina la mattina appena sveglia e la sera prima di addormentarmi. Mi piacciono le preghiere spontanee.
Ringrazio Dio, mi affido a Lui. Una volta ho pregato con fervore e in silenzio, affidandomi a Lui, quando ero incinta del terzo figlio, avevo dei problemi.
Mi piace pregare in compagnia. Ricordo molto volentieri le preghiere comunitarie ed i ritiri fatti anche di silenzi… a cui ho partecipato da ragazza con il gruppo.