Il 1° settembre, con la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato, è iniziato il Tempo del Creato, che terminerà il 4 ottobre, nel ricordo di San Francesco d’Assisi.
Il Tempo del Creato è un mese, o poco più, durante il quale, in comunione con i fratelli e le sorelle delle varie confessioni cristiane, siamo chiamati a pregare e ad agire per prenderci cura della nostra Casa comune.
Una bella iniziativa ecumenica, con la quale ci uniamo anche a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che hanno a cuore la custodia del Creato, minacciato da una crisi ambientale senza precedenti. Una crisi ecologica che rischia di mettere a repentaglio, non solo la vita un milione di specie, animali e vegetali, ma la vita stessa dell’uomo.
Nei giorni della Creazione, Dio ha affidato all’uomo il Creato, non perché lo sfruttasse a suo piacimento, ma perché lo custodisse come dono prezioso. Troppo spesso, invece, dimentichiamo la nostra vocazione di figli di Dio, di fratelli tra di noi e di custodi del Creato.
Il Tempo del Creato è, allora, un tempo in cui, come ci spiega Papa Francesco, “siamo chiamati a riflettere sui nostri stili di vita e su come le nostre scelte quotidiane in fatto di cibo, consumi, spostamenti, utilizzo dell’acqua, dell’energia e di tanti beni materiali siano spesso sconsiderate e dannose” (cfr Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato).
“Scegliamo di cambiare, di assumere stili di vita più semplici e rispettosi!”. È vero, molte delle scelte da compiere, non dipendono dall’agire dei singoli, ma dalle decisioni dei Governi. Eppure nel nostro piccolo, ciascuno di noi può dare un contributo, seppur minimo, a questo cambiamento.
Possiamo partire dal mantenere più pulite le strade del nostro quartiere e dal custodire quel poco di verde che abbiamo attorno a noi. Possiamo prenderci cura di una piantina sul nostro balcone.
Possiamo evitare di comprare sempre cose nuove, utilizzando quelle vecchie che sono ancora buone. Possiamo impegnarci a differenziare la spazzatura, anche se ci costa fatica e ci sembra del tutto inutile. Possiamo provare a non sprecare il cibo e l’acqua.
Possiamo provare a lamentarci di meno e ad agire di più.
Il Tempo del Creato, ci spiega Papa Francesco, è anche “il tempo per riabituarci a pregare immersi nella natura, dove nasce spontanea la gratitudine a Dio creatore”. Nelle nostre città piene di palazzi e di strade, facciamo, forse, fatica ad ascoltare la “voce del creato”, a scorgere la varietà e la bellezza di quanto il Signore ha donato alle nostre vite.
Eppure, ogni giorno il sole sorge e irradia la nostra esistenza di luce nuova e ci aiuta, così, a riscoprire la bellezza dei colori e dei volti attorno a noi. Fermiamoci un attimo a contemplare le piccole cose create che troviamo sul nostro cammino!
Troviamo del tempo per immergerci nella natura. Non è poi così difficile come sembra, anche nella nostra città di Napoli che, nonostante tante ferite, possiede anche tante ricchezze naturali.
Basta fare una camminata in un parco pubblico, che pur ci sono, oppure andare sul lungomare Caracciolo, per contemplare la bellezza del Creato e lodare il Signore, per quanto ha messo proprio sotto i nostri occhi.
Non restiamo indifferenti di fronte ad un mondo che pian piano sta morendo, accogliamo l’invito di Papa Francesco: “Sentiamoci coinvolti e responsabili nel prendere a cuore, con la preghiera e con l’impegno, la cura del creato. Dio, «amante della vita» (Sap 11,26), ci dia il coraggio di operare il bene senza aspettare che siano altri a iniziare, senza aspettare che sia troppo tardi”.