Il cristiano sia un testimone della vera gioia, quella che dà Gesù. Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa.
Che cosa è, questa gioia? È l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. È una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. È un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasforma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no.
La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. È come una unzione dello Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre.
L’uomo gioioso è un uomo sicuro. Sicuro che Gesù è con noi, che Gesù è con il Padre. Ma questa gioia possiamo imbottigliarla un po’, per averla sempre con noi?: no, perché se noi vogliamo avere questa gioia soltanto per noi alla fine si ammala e il nostro cuore diviene un po’ stropicciato, e la nostra faccia non trasmette quella gioia grande ma quella nostalgia, quella malinconia che non è sana.
Alcune volte questi cristiani malinconici hanno più faccia da peperoncini all’aceto che proprio di gioiosi che hanno una vita bella. La gioia non può diventare ferma: deve andare. La gioia è una virtù pellegrina. È un dono che cammina, che cammina sulla strada della vita, cammina con Gesù: predicare, annunziare Gesù, la gioia, allunga la strada e allarga la strada. È proprio una virtù dei grandi, di quei grandi che sono al di sopra delle pochezze, che sono al di sopra di queste piccolezze umane, che non si lasciano coinvolgere in quelle piccole cose interne della comunità, della Chiesa: guardano sempre all’orizzonte.
La gioia è pellegrina. Il cristiano canta con la gioia, e cammina, e porta questa gioia. È una virtù del cammino, anzi più che una virtù è un dono: è il dono che ci porta alla virtù della magnanimità. Il cristiano è magnanimo, non può essere pusillanime: è magnanimo. E proprio la magnanimità è la virtù del respiro, è la virtù di andare sempre avanti, ma con quello spirito pieno dello Spirito Santo.
È una grazia che dobbiamo chiedere al Signore, la gioia. La Chiesa ci invita a chiedere la gioia e anche il desiderio: quello che porta avanti la vita del cristiano è il desiderio. Quanto più grande è il tuo desiderio, tanto più grande verrà la gioia. Il cristiano è un uomo, è una donna di desiderio: sempre desiderare di più nella strada della vita. Chiediamo al Signore questa grazia, questo dono dello Spirito: la gioia cristiana. Lontana dalla tristezza, lontana dall’allegria semplice … è un’altra cosa. È una grazia da chiedere.
(Papa Francesco – 10 maggio 2013 – Casa Santa Marta)
Incontro ogni giorno diverse persone. Spesso vengo colto da stupore e meraviglia per la semplicità e la gioia che tramettono. Io dico loro con enfasi: “santa donna” o “santo uomo”. .. Sono felice per queste parole di papa Francesco che ho letto oggi: “i santi non sono superuomini. Sono persone che hanno l’amore di Dio nel cuore e trasmettono questa gioia agli altri”.