Le mura di una casa accolgono, proteggono, riuniscono: sono segno del nostro stare insieme in famiglia, del calore dell’amore che in famiglia non deve mai mancare. Sono anche il segno della chiesa, del nostro essere un’unica famiglia riunita nel nome del Signore, tutti fratelli perché figli di Dio e fratelli di Gesù.
Ci sono anche altri muri che, invece, dividono. Sono quelli che gli uomini costruiscono per difendere i confini dei loro paesi, delle loro città. Quanti muri e barriere vediamo innalzarsi in questi tempi: sono muri che allontanano, che impediscono alle persone di incontrarsi e di condividere il bene che ciascuno porta nel cuore.
Ci sono tanti muri che, nel nostro piccolo, anche noi costruiamo nelle nostre vite e nelle nostre famiglie. Non sono fatti di mattoni, ma di parole e di gesti che, poco alla volta, ci dividono dagli altri.
All’inizio sono poca cosa: un saluto mancato, un grazie non detto, un giudizio affrettato, una piccola incomprensione; poi pian piano, senza che ce ne rendiamo conto, diventano muri insormontabili, che ci impediscono di guardare gli altri negli occhi e riconoscerli fratelli da amare.
Questi muri si chiamano: odio, razzismo, inciuci, appiccichi, offese, noia… e man mano che li innalziamo nella nostra vita, ci ritroviamo sempre più tristi e sfiduciati, senza più orizzonti, quasi fossimo chiusi in una prigione.
Gesù, invece, ci vuole liberi e gioiosi, perciò ci insegna ad abbattere i muri che dividono e a costruire ponti che uniscono. Proviamo a pensare quanti muri oggi ci sono nella nostra vita e cosa possiamo fare per trasformarli in ponti.
Pensiamo e parliamo male degli altri? Proviamo a dire parole di bene per quelle persone. E se proprio non ci riusciamo, è meglio tacere: non c’è miglior silenzio!
Siamo sempre scocciati, pronti a trovare tante scuse per non impegnarci? Proviamo a ritrovare l’entusiasmo per vivere i nostri impegni con gioia.
Ci sentiamo offesi per qualcosa o siamo pieni di rancore? Proviamo a percorrere la strada del perdono, per ritrovare la serenità del cuore.
Piccoli gesti di accoglienza reciproca, di preghiera fatta insieme, di ascolto della Parola di Dio: è così che ogni giorno possiamo costruire ponti nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra vita. Ponti che diventano arcobaleni di pace per le nostre famiglie, per la nostra città e per il mondo intero.