Il Battesimo nel fiume Giordano segnò l’inizio della missione di Gesù. Fino a quel momento Gesù aveva vissuto una vita ‘normale‘, come quella delle persone del suo tempo. Una vita fatta di semplice quotidianità: lavoro, famiglia, amici, sinagoga.
Egli volle immergersi completamente nella nostra natura umana vivendo la vita che viviamo anche noi, nel più completo anonimato, senza fare notizia. In quegli anni Gesù volle essere come il lievito nascosto nella pasta: si mise dentro il mondo per portarlo alla salvezza.
A trent’anni, Gesù capì che non doveva più stare nascosto dentro casa, nel suo paesello di Nazareth. Capì che il Padre suo gli stava chiedendo delle cose molto importanti. Allora, si mise in cammino per raggiungere Giovanni Battista, al fiume Giordano.
C’era tanta gente che andava da Giovanni perché sapeva che il battesimo di Giovanni purificava il cuore per metterci dentro un po’ di speranza, di forza, di gioia. Gesù si mise in fila con gli altri e si lasciò battezzare da Giovanni, perché aveva l’ardente desiderio di stare accanto ai peccatori per condividerne la stessa sorte.
Nel Battesimo, Gesù si è dimostrato solidale con i peccatori, bisognosi di salvezza, solidale fino al punto di assumere Lui le conseguenze del peccato. Per questo, con il Battesimo, Gesù è diventato il mediatore tra Dio e noi: avvicina il Padre a noi e noi al Padre.
Gesù è venuto per essere solidale con ciascuno di noi, con la nostra storia di peccato, con i nostri progetti e i nostri fallimenti, con le nostre gioie e i nostri dolori. Se lo accogliamo nella nostra vita, ci aiuta ad uscire fuori dai nostri egoismi, da questa vita da peccatori, per portaci in alto, all’altezza di Dio Padre, e farci diventare figli di Dio, eredi delle sue promesse.