Secondo il Vangelo di Giovanni, Gesù ha compiuto il suo primo segno a Cana di Galilea, durante una festa di nozze (cfr. Gv 2,1-11).
Mentre tutti festeggiavano spensierati, i servi si resero conto che non c’era più vino. Con la sua sensibilità di madre, Maria intuì cosa stava succedendo e ne parlò con Gesù. Poi disse ai servi di fare tutto quello che suo Figlio avesse ordinato.
Riempire le giare di acqua, dovette sembrare piuttosto assurdo ai servi, quindi grande deve essere stato il loro stupore, quando compresero che quell’acqua era diventata vino e di ottima qualità.
Questo brano del Vangelo, non riguarda però solo quegli sposi, che non videro rovinata la loro festa di nozze. La Parola di Dio si rivolge anche a noi.
Nella Bibbia il vino è segno della gioia, quindi la mancanza del vino significa che era venuta a mancare la gioia.
Quella festa di nozze, senza più vino, è la nostra vita quando le difficoltà, le sofferenze, i momenti di crisi, le malattie, fanno venir meno il motivo della gioia, dello stare bene insieme. Iniziamo a discutere, a colpevolizzarci a vicenda e sprofondiamo nella tristezza.
La Parola di Dio ci aiuta, allora, a comprendere due cose importanti che dovremmo sempre tener presenti in questi momenti.
Maria, è la prima ad accorgersi delle nostre difficoltà, delle nostre sofferenze, forse ancor prima che ce ne rendiamo conto noi. Lei, madre premurosa, fa di tutto per aiutarci a ritrovare la gioia: chiede a suo Figlio di venire in nostro soccorso e chiede a noi di fare tutto quello che Lui ci dirà.
Gesù può cambiare l’acqua delle nostre tristezze nel vino della gioia, ma chiede la nostra collaborazione, per riempire il vuoto delle nostre vite. Non viene a cancellare le nostre difficoltà, ma ci aiuta a comprendere che, nonostante questi aspetti negativi della vita, possiamo ritrovare i motivi per essere nella gioia.
Il primo passo da fare è smetterla di lamentarci di tutto e di tutti, perché l’albero delle lamentazioni produce solo tristezza. Occorre, invece, darsi da fare, rimboccarsi le maniche e smetterla di vedere negli altri solo dei nemici.
Accogliamo l’invito di Maria e ascoltiamo ciò che ci dice Gesù. È lui il vino buono, è Lui la fonte della nostra gioia.
Ascoltiamo la sua Parola, affidiamo a Lui la nostra vita, con le sue fragilità, apriamo il cuore a chi ci è accanto, pensiamo bene degli altri, aiutiamoci reciprocamente. Allora, nonostante le fatiche della vita, passeremo dalla tristezza alla gioia.
Diamoci da fare e la gioa spunterà, sul nostro volto e nella nostra vita: una gioia contagiosa che si diffonderà nel mondo intero.