La parola pace percorre il Vangelo dall’inizio alla fine. Potremmo, quindi, rimanere perplessi di fronte alle parole di Gesù che, nel Vangelo di Luca, afferma di non essere venuto a portare la pace sulla terra, ma divisione (cfr. Lc 12,49-53). Per comprendere queste parole dobbiamo abbandonare una falsa interpretazione della parola pace. Infatti spesso intendiamo la pace come quella quiete che deriva dal pensare ed agire tutti alla stessa maniera.
La pace di cui parla Gesù, la pace vera, è un cammino da fare insieme tra persone diverse, che non hanno le stesse idee e convinzioni. Spesso il più forte vuole imporsi sugli altri, vuole imporre le proprie idee. Tanti conflitti nel mondo nascono proprio perché non si accetta la diversità dell’altro. Colui che ho di fronte non deve essere un nemico, ma semplicemente uno che la pensa diversamente da me.
La divisione di cui parla Gesù, allora, è la diversità nel modo di pensare l’uno dall’altro. Gesù è venuto a portare proprio questo perché ha rispetto massimo per ogni persona. Egli vuole una comunità di persone libere, con la capacità di decidere, di valutare, ciascuno responsabile del suo modo di parlare e di agire, nel rispetto della libertà degli altri. La pace, allora, è accettazione della diversità dell’altro. Se vogliamo creare una famiglia, una comunità, una città, una umanità in pace è necessario accogliere queste diversità.
Mettiamoci bene in testa che per superare i piccoli e grandi conflitti, che nascono nelle nostre famiglie, come nel mondo intero, sono necessarie due cose: rispetto e amore. Dove c’è contrapposizione, dove non c’è comprensione significa che non c’è né amore né rispetto. È bello, invece, veder convivere tante culture diverse nello stesso posto, rispettare ognuno ed essere rispettati. Chiediamo al Signore la capacità di amare gli altri e di avere rispetto, anche se c’è diversità di pensiero.