“Non chiedo il pane, chiedo solo rispetto”. È la voce di uno dei tanti stranieri che affollano le strade del nostro quartiere. Se ci fermiamo a contarle, scopriremo che ci sono persone che provengono da circa quaranta nazioni diverse, che abitano, lavorano, passano ogni giorno a pochi passi dalla nostra Parrocchia.
Diversi da noi per razza, cultura, colore della pelle ed anche credo religioso, ma al tempo stesso uguali a noi perché accomunati dagli stessi desideri nel cuore: il desiderio di pace, di un lavoro dignitoso, di una vita serena, di essere rispettati nella propria dignità di essere umani. Uguali perché figli di un unico Dio. Alla fine non ha importanza se ci riconosciamo tutti quanti cattolici cristiani, l’importante è riconoscerci persone amate da Dio, che insieme possiamo collaborare affinché si realizzino gli ideali che condividiamo.
Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che Gesù è il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore (cfr. Gv 10,14-15). Siamo noi il suo gregge, ma non siamo pecore speciali. Solo per grazia e non per merito nostro abbiamo avuto il dono della fede di riconoscerlo come nostro Salvatore e Signore.
Mentre ringraziamo il Signore per averci donato la grazia di riconoscerlo Figlio di Dio, ricordiamoci che il nostro Buon Pastore ha anche altre pecore da guidare (cfr. Gv 10,16) e che tutti noi siamo chiamati a collaborare con Lui perché ciò si possa realizzare. Siamo chiamati ad annunciare a tutti che Dio è amore, Dio è misericordia, sempre pronto al perdono, che a tutti vuole dare una vita nuova, ricolma di amore e di pace.