Gesù si trovava di fronte ad una folla di persone. In tanti si erano radunati attorno a Lui, desiderosi di ascoltare la sua Parola, di avere da Lui un po’ di aiuto e di consolazione (cfr Lc 6,17.20-26).
Alzando gli occhi e guardandoli in faccia, si accorse che tanti avevano nel cuore dubbi, incertezze, problemi, paure, difficoltà.
Di fronte a quella sofferenza scolpita nei loro volti, il Signore annunciò il desiderio di Dio di trasformare la loro vita in gioia e disse loro: “Beati voi…”
Beati… non perché siamo tristi, poveri, affamati, disprezzati, ma perché il Signore vede la nostra sofferenza e desidera consolarci.
Gesù ci guarda negli occhi e coglie il bisogno che portiamo nel cuore. Che cosa legge nei nostri cuori? Rabbia, dispiaceri, problemi? Ciascuno di noi ne ha.
Il Signore desidera che la nostra condizione si trasformi: da una condizione dubbiosa, triste, ad una condizione di pace, di serenità, di gioia.
A noi sembra impossibile, perché pensiamo di avere situazioni irrisolvibili. Troppo concentrati su noi stessi, diventiamo prigionieri dei nostri pensieri, delle nostre difficoltà e la vita diventa sterile, senza sbocco.
Il Signore ci guarda in faccia, guarda la nostra realtà e ci invita ad usare il suo stesso metodo, alzare lo sguardo: ci invita ad essere liberi, liberi di guardare in alto, liberi di condividere, liberi di avere fiducia. Mettiamoci nelle sue mani e lasciamoci trasformare, come l’argilla nelle mani del vasaio.
Il motore di questa trasformazione sono le Beatitudini: parole adatte a ciascuno di noi, parole dolci che ci invitano ad avere fiducia nel Signore. In qualsiasi situazione problematica ci troviamo, Egli ha cura di noi e trasforma le cose negative in positive, trasforma il nostro pianto in sorriso.