Un giorno Giovanni e gli altri discepoli volevano impedire ad alcuni di scacciare demoni nel nome di Gesù, perché non facevano parte della comunità dei discepoli che seguivano il Maestro (cfr Mc 9,38-40). Gesù li aiutò ad allontanare questa sorta di gelosia spirituale ed a comprendere che non è possibile porre limiti allo Spirito di Dio.
Questa gelosia spirituale può colpire anche ciascuno di noi, quando pensiamo di essere i migliori perché frequentiamo la Parrocchia, perché partecipiamo alla Messa domenicale, perché siamo assidui ai Sacramenti, perché facciamo parte di qualche gruppo o movimento.
È la pretesa di pensare che i doni di Dio siano appannaggio di pochi eletti, che sono chiamati a custodirli gelosamente e a difenderli, a tutti i costi, dalle presunte deviazioni degli altri, colpevoli semplicemente di vivere la fede in modo diverso. È questo un veleno che intossica e fa inaridire il cuore, rinchiudendoci nelle nostre arroganze spirituali.
Siamo chiamati, invece, a condividere i doni che abbiamo ricevuto nel Battesimo, per arricchirci reciprocamente della molteplicità dei carismi, che il Signore ha donato a noi e ai nostri fratelli. Dio è ricco di fantasia e trasmette la sua grazia e i suoi doni anche a tante persone, che neppure conosciamo, e nei modi più diversi, che nemmeno riusciamo ad immaginare.
I doni di Dio fanno gioire il nostro cuore e quello degli altri. Impariamo a condividerli, perché la nostra fede possa crescere e diffondersi. Allora, avremo occhi per riconoscere che lo Spirito di Dio davvero soffia dove vuole ed effonde i suoi doni oltre i confini delle chiese e delle religioni, perché tutti considera figli del Padre, capaci di donare amore.