Nel Libro del profeta Ezechiele viene narrata la parabola del cedro: il Signore strappa un ramoscello dalla cima di un albero enorme, il cedro del Libano, e lo pianta su di un alto monte perché possa diventare a sua volta un cedro magnifico (cfr. Ez 17,22-24) .
Con questa immagine il Signore, per bocca del profeta, parla al suo popolo Israele per aiutarlo a comprendere che, alla superbia dei potenti, Egli preferisce l’umiltà di chi sa affidarsi alla Sua volontà.
Nella nostra vita il Signore, talvolta, ci strappa dalle nostre sicurezze, da quelle situazioni comode e tranquille, per trapiantarci da un’altra parte e darci una nuova possibilità di vita, di fecondità, di espressione di amore e di fiducia in Lui.
Se ci mettiamo nelle Sue mani, scopriamo che dentro la nostra vita c’è una forza grandissima. La stessa forza che fa germogliare e crescere un piccolo seme.
È Gesù stesso che, con la parabola del seme che cresce da solo (cfr. Mc 4,26-34), ci aiuta a comprendere che è Lui il protagonista della nostra vita, del nostro crescere, dei nostri progetti.
Al tempo stesso, però, il Signore vuole aiutarci a comprendere che non possiamo restarcene tranquilli con le mani in mano. Se è vero che il seme cresce da solo, perché la forza della natura lo fa diventare spiga di grano, è pur vero che c’è bisogno del lavoro dell’uomo perché quel grano diventi prima farina e poi pane.
Dio è il protagonista, ma alla fine chiede a noi di intervenire e di raccogliere tutto quello che Lui ha seminato. Dio fa tutto, ma alla fine ha bisogno di noi, del nostro impegno e della nostra buona volontà, perché tutto quello che fa per noi possa diventare cibo e vita per noi.
Dio ha fatto tutto: ci ha donato suo Figlio Gesù e attraverso di Lui ci ha donato i Sacramenti, la preghiera, la carità, i comandamenti, ma per essere davvero felici, tocca a noi raccogliere tutto quello che Lui ci ha messo a disposizione, per crescere e maturare fino alla santità, fino a diventare alberi meravigliosi, che producono frutti d’amore.
Quando sento parlare della parabola del seme che cresce perché ha in se la forza di svilupparsi, mi vengono in mente tutte quelle persone che lottano per la giustizia e la veritá, hanno sì il compito di portare a compimento il loro dovere, ma come noi dobbiamo arare e concimare il terreno perchè il seme cresca rigoglioso, così pure i cittadini e la societá hanno il dovere di collaborare ed impegnarsi in prima persona perchè i diritti principali delle persone vengano rispettati e i doveri conosciuti.