“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.” (Lc 9,23)
Gli apostoli sapevano bene che Gesù era un maestro, uno che faceva miracoli e guariva gli ammalati, ma guardando ai segni che Egli compiva erano andati fuori strada. Infatti pensavano che Gesù, una volta arrivato a Gerusalemme, avrebbe fatto la rivoluzione e sarebbe andato al potere. Non avevano compreso chi era veramente Gesù.
È quello che può accadere a ciascuno di noi, quando ci lasciamo prendere dalla smania di volere a tutti i costi dei miracoli, fino al punto che, se non avvengono, non crediamo più in Dio. Come gli apostoli, anche noi veniamo presi per mano dalla Parola di Dio che ci aiuta a comprendere che Gesù è molto di più di colui che può compiere dei miracoli, Egli è Dio.
Seguirlo solo per vedere dei miracoli, non ci porta da nessuna parte. Gesù vuole insegnarci che la strada dell’amore passa attraverso la croce. Altro che miracoli, c’è una croce da portare sulle spalle, c’è una vita faticosa, delle spine da prendere in mano.
Prendere la croce vuol dire capire ogni giorno qual è il pensiero dominante che abbiamo. Difficilmente è un pensiero buono, quelli ci volano subito via. Dominante tante volte è un dispiacere, un progetto che non si realizza, una cosa che va storta, la rabbia che coviamo dentro, la preoccupazione che martella il cervello, la paura che fa venire i brividi addosso. Quella è la croce, ogni giorno ne abbiamo una.
Gesù ci invita ad essere contenti della vita che abbiamo, quella che abbiamo scelto, quella che Dio ci ha dato, senza desiderarne una diversa, accettando con coraggio le croci che ci sono. Nessun miracolo le porterà via, ma possono diventare il mezzo per seguire Gesù. Prendiamo in mano la nostra vita, con tutte le sue croci, e seguiamo Gesù.