San Giovanni Calabria è stato un grande santo non per i miracoli che ha compiuto né tanto meno per le opere che ha realizzato nella sua vita. La santità trae origine da altro.
Innanzitutto ha avuto fede in Dio e nella sua Divina Provvidenza. Scriveva infatti ai suo religiosi: “Prima di tutto gran fede e grande spirito di fede. È dovere nostro ravvivare questa fede, perché brilli nel cielo della nostra anima, non solo per noi, ma anche per gli altri. Fede nella paternità di Dio e perciò fiducia illimitata, filiale abbandono alla Divina Provvidenza”.
Un altro importante pilastro della sua vita è stato l’ascolto della Parola di Dio. È stata la Parola di Dio, letta e meditata con fede, che pian piano ha trasformato la sua vita. Dio come un bravo artista ha lavorato la vita di San Giovanni Calabria e ne ha fatto una meraviglia, come l’artista che, scolpendo e tirando via le parti di troppo, ricava una statua meravigliosa da un blocco di pietra. Una notte ha letto tutto il Vangelo ed è stato profondamente colpito dalla pagina della Provvidenza (cfr. Mt 6,25-34): quella pagina ha cambiato tutta la sua vita.
È diventato un grande santo perché ha scelto di dare il primato a Dio. Noi invece siamo tentati di dare la precedenza a tante stupidaggini. Nella sua vita ha messo Dio al primo posto, ha lasciato che fosse Dio a condurlo e a indicargli il cammino: così ha compreso che doveva mettersi al servizio, doveva essere un servo, anzi un povero servo, perciò ha voluto che i suoi figli si chiamassero Poveri Servi.
Aver fede, ascoltare la Parola di Dio, dare il primato al Signore sono i semi dai quali, gioiosamente e spontaneamente, con umiltà, nasce il mettersi al servizio dei più poveri, dove c’è umanamente meno da guadagnare.