Siate pronti! È questo l’invito che ci rivolge la Parola di Dio, utilizzando due immagini molto significative ai tempi di Gesù. Siate pronti con le vesti strette ai fianchi, così potete camminare veloci senza inciampare, e le lampade accese, così vedete dove state andando (cfr Lc 12,32-48)
Nel Vangelo di Luca, Gesù ci parla di un padrone, che si reca ad una festa di nozze, e dei suoi servi chiamati a stare pronti perché, finita la festa, a tarda sera, il padrone rientrerà e loro dovranno essere pronti ad accoglierlo. Un invito che può essere visto come un comando oppure come un consiglio.
Un invito rivolto anche a ciascuno di noi chiamati alla vigilanza in attesa del ritorno di Gesù. Un invito che troppo spesso viene considerato un ordine, in una visione della fede cristiana che sostanzialmente si concretizzerebbe in tanti obblighi e comandi da rispettare. Allora la vita cristiana diventa un peso, perché fatta di osservanza di tante cose che si fanno con fatica e che ben volentieri non si farebbero.
Proseguendo l’ascolto del racconto evangelico, ci rendiamo conto, invece, che all’essere pronti corrisponde la beatitudine. Gesù ci dice, infatti, che il padrone, avendo trovato i servi pronti ad accoglierlo, passerà a servirli. Comprendiamo, allora, che la fede cristiana non è qualcosa di oppressivo che è meglio lasciar perdere, ma è una porta che ci fa entrare nell’accoglienza di Gesù.
La fede è un modo nuovo di leggere la vita e i fatti della vita, anche quelli più bui e tristi. La fede ci aiuta a vivere la vita di tutti i giorni come dono di Dio e non come una continua lamentela. Questo vuol dire essere pronti e non farsi scassinare la casa, che rappresenta il nostro cuore.
Ascoltare la Parola di Dio e impegnarsi a viverla ogni giorno, alimentando la nostra vita con pensieri positivi e lasciando andare atteggiamenti di rancore, di risentimento e di divisione, è preparasi ogni giorno ad accogliere il Signore che viene a servirci, stando attenti a non farci rubare la nostra felicità interiore.