Gesù ci invita a rimanere in Lui e per spiegarci quanto sia importante restare uniti a Lui usa il paragone della vite e i tralci.
Fin dall’Antico Testamento, l’immagine della vite era molto comune per il popolo ebreo. Tutti conoscevano questa pianticella che produce l’uva, dalla quale si ricava il buon vino. Tutti, quindi, capivano questo esempio.
Gesù dice ai suoi discepoli: Io sono la vite vera. E dopo aver parlato di sé, parla del padre: il Padre mio è l’agricoltore. (cf. Gv 15,1-8)
Tra la vite e l’agricoltore c’è un rapporto strettissimo, perché l’agricoltore ama la sua vigna e mette tutta la cura, l’amore, l’attenzione, l’interesse perché possa produrre frutti buoni.
Gesù rivela sé stesso e il suo rapporto con il Padre, ma soprattutto vuole dirci che questo rapporto che c’è tra Lui e il Padre è finalizzato anche al nostro stare bene, perché noi siamo i tralci, il cui scopo è quello di portare frutti buoni.
Il tralcio deve essere legato intimamente alla vite, altrimenti non produce frutti. Soltanto se tra noi e Gesù c’è questo legame profondo, questo rimanere in Lui, come Lui è unito al Padre, possiamo fare frutti buoni.
Con la preghiera e l’ascolto della sua Parola, possiamo restare uniti a Gesù che, pian piano, ci comunica la vera vita e ci rende capaci di portare frutti di carità, di speranza, di pazienza, di fiducia, di pace, di gioia, di amore reciproco, di rispetto.
Da Gesù attingiamo la forza per compiere, ogni giorno, quei piccoli gesti concreti, che anche le persone più semplici possono compiere.
Per restare uniti a Lui dobbiamo, però, accettare di essere potati, cioè accettare di tagliare via dalla nostra vita le cose che non vanno, accettare di cambiare mentalità.
San Paolo ha fatto questa esperienza: si è lasciato potare dall’agricoltore e da persecutore dei cristiani è diventato apostolo e evangelizzatore. Il Signore lo ha potato per bene, cioè gli ha tolto quelle convinzioni, quelle idee che riteneva giuste e in virtù delle quali perseguitava i cristiani, che la pensavano diversamente da lui.
San Paolo ha capito che, se non cambiava mentalità, non sarebbe stato felice, così ha cambiato il suo modo di pensare, di giudicare gli altri. Allora la sua vita è diventata nuova, una vita che evangelizzava, che annunciava Gesù.
San Paolo si è lasciato potare: se lo facciamo anche noi, non saremo più in conflitto con noi stessi e con il mondo intero e tornerà la pace nel nostro cuore.