Il Natale è il saluto di Dio rivolto a ciascuno di noi, alle nostre vite, alla nostra storia, alla situazione personale e familiare che stiamo vivendo. Dio anche oggi viene a salutarci, ci saluta con gioia, con tutta la tenerezza possibile, senza tradirci mai. È Gesù il saluto, vero, incarnato, vivente che Dio Padre dona all’umanità stanca ed oppressa. È il saluto che Dio rivolge a ciascuno di noi, un saluto che diventa dono di sé stesso. Un dono che Dio fa a me, e che io faccio agli altri.
Pensiamo alla qualità dei nostri saluti: che uso ne facciamo del saluto? Spesso, quando salutiamo una persona, pensiamo solamente a raccontare di noi stessi, ci mettiamo noi al centro, e pretendiamo che quella persona sia tutta a nostra disposizione per ascoltarci e per scaricagli addosso tutti i nostri problemi e preoccupazioni. Questi non sono saluti, ma è come se considerassimo l’altro come il secchio della spazzatura dove poter scaricare tutte le nostre immondizie.
Maria ed Elisabetta ci insegnano, invece, che il saluto è comunicazione di una gioia. Maria, con il suo saluto, fa prendere coscienza ad Elisabetta del dono che ha ricevuto da Dio. Scrive l’evangelista Luca: Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria il bambino esultò di gioia nel suo grembo (cf Lc 1,41.44). Un semplice saluto ha fatto emergere la gioia in queste due donne, perché entrambe hanno riconosciuto di essere state oggetto dell’amore grande di Dio. Elisabetta benedice Maria: non mette al centro sé stessa, ma colei che ha di fronte. Il saluto diventa una benedizione per Maria che lo ha donato e per Elisabetta che, ricolma di gioia, è capace rispondere al saluto con una benedizione, rallegrandosi per le meraviglie che il Signore ha compiuto in Maria.
E noi, quando salutiamo gli altri, che cosa doniamo loro? Pensiamo a donare qualcosa di importante? Per essere bello, gioioso, fecondo, perché sia benedizione, il saluto va fatto con cura. Il saluto fatto con gli occhi, con la mano, con tutto il corpo, esprime la gioia di incontrarsi, di vedersi e diventa così l’inizio di una relazione nuova, di una storia diversa. Davvero il saluto dato con tutto il cuore può aprire gli orizzonti della nostra vita.
Il saluto è un’opera d’arte divina: di Dio per noi. Ma è un’opera d’arte anche umana: noi per gli altri. Se lo vogliamo, possiamo essere anche noi degli artisti del saluto. Salutiamoci, raccontandoci le meraviglie che Dio compie ogni giorno nella nostra vita, allora il saluto diventerà fonte di benedizione e di gioia grande per noi e per coloro che lo riceveranno.