La morte di Gesù, per l’apostolo Tommaso, è stato un momento di profonda crisi di fede. Infatti, di fronte al racconto dell’apparizione di Gesù risorto, Tommaso non ha esitato a dire «Io non credo!».
È quello che spesso accade a ciascuno di noi quando, di fronte alle difficoltà della vita, ce la prendiamo così tanto che gridiamo: «Dio dove sei?», quasi fosse colpa del Signore se succedono delle cose sgradevoli nella nostra vita.
L’apostolo Tommaso, però, è stato anche capace di passare dall’incredulità alla professione di fede, quando, di fronte a Gesù Risorto, ha esclamato «Mio Signore e mio Dio!».
Come è riuscito a realizzare in sé questo cambiamento? Gesù gli ha detto di toccare le Sue ferite. È questa la strada che possiamo percorrere anche noi per aumentare la nostra fede.
Ma come possiamo toccare, oggi, le ferite di Gesù?
Proviamo a toccare il dolore di chi ci sta accanto, proviamo ad entrare nella sofferenza degli altri. Diamo una carezza ad una persona malata, doniamo un sorriso ad una persona triste, restiamo accanto ad una persona che ha un grande dispiacere, diamo una mano ad una persona abbandonata, restiamo in silenzio di fronte al dolore dell’altro, senza riempirlo delle nostre parole.
Mettiamo le nostre mani nella sofferenza degli altri, allora la nostra fede aumenta, diventa più forte e sicura, e la vita è più bella.