I discepoli sono andati, con Gesù, a Cesarea di Filippo, alle sorgenti del fiume Giordano. Sentendo i discorsi che hanno fatto lungo la strada, Gesù chiede loro cosa dice la gente di Lui. Le risposte, che i discepoli gli riferiscono, fanno riferimento a Giovanni Battista, al profeta Elìa, al profeta Geremia. Tutte risposte legate al passato: a persone passate, ad esperienze passate.
Allora, Gesù li guarda in faccia e chiede cosa pensano di Lui, loro che da anni sono al suo fianco e hanno lasciato tutto per seguirlo. La risposta di Pietro è sorprendente: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (cf Mt 16,13-20). Una risposta che non appartiene al passato, ma al presente.
Pietro è capace di fare un passo di lato, per lasciare spazio a Dio Padre e ascoltare la Sua Parola. Mette al centro Gesù e non il proprio passato: le persone passate, le cose passate.
Si domanda: “Oggi, Gesù, che cosa vuole da me? Che rimpianga il mio passato o che mi rimbocchi le maniche e viva con gioia e semplicità la mia vita, accettandola così come è?“.
È qui la differenza, è qui che cambia tutto, perché Gesù, per la nostra vita non è qualcosa di passato. Pietro ci insegna a vedere in Gesù una persona viva, attuale, e non una persona che ci crea delle nostalgie dentro di noi, perché allora finiamo per piangerci addosso, facendo i sindacalisti del passato.
Gesù è sempre qualcosa dell’oggi, di nuovo, di vivente, di novità. Egli ci mette sempre in un atteggiamento di scoperta, di ricerca.
Come Pietro, chiediamoci anche noi: Che cosa vuole Gesù, oggi, per la nostra vita? Ieri ci ha chiesto qualcosa, ma oggi ci chiede qualcosa di nuovo, perché oggi viviamo situazioni nuove, desideri nuovi, incontri nuovi.
È proprio in virtù di questa risposta di Pietro, che Gesù capisce che a lui può affidare le chiavi del Regno, cioè la responsabilità di aver cura dei suoi fratelli e di guidarli, quando Lui sarà tornato al Padre.
È questo il compito del successore di Pietro: il Papa che, illuminato dal Padre, riesce a dire parole di vita, parole nuove, parole vere, adatte all’oggi della nostra vita.
Apriamo il cuore e accogliamo sempre le parole del Papa, anche quelle che non accettiamo volentieri o quelle che ci sembrano tradire il passato. È Gesù che gli ha affidato le chiavi del Regno per aprire orizzonti nuovi per la nostra vita e per la vita di tutto il mondo.