L’evangelista Luca, raccontando gli ultimi giorni di Gesù a Gerusalemme, ci presenta, tra tanti personaggi, una figura silenziosa e quasi insignificante, ma più importante di tutte: l’asinello. Gesù, infatti, sceglie di entrare a Gerusalemme in groppa ad un asinello, un animale mansueto e docile (cfr. Lc 19,28-40).
Quell’asinello è segno delle persone semplici, umili e disponibili che credono in Gesù e che, nella vita di tutti i giorni, si prendono la responsabilità di portare Gesù sulle loro spalle, per farlo entrare nella vita di coloro che incontreranno sul loro cammino.
Siamo noi gli asinelli che Gesù sceglie, perché vuole salire sulle nostre spalle ed entrare nelle nostre famiglie, nelle scuole, negli uffici, nel nostro Borgo, nella nostra città. Vuole entrare in tutti i luoghi, vuole farsi vicino a tutte le persone attraverso ciascuno di noi.
Carichiamo Gesù sulle nostre spalle e portiamolo a tutti, disponibili anche ad accettare la fatica che questo comporta.
Ricordiamoci che soprattutto Gesù è “l’asinello“ perché, umile e mite, ha accolto la fatica di caricarci tutti sulle sue spalle per portarci al di là, dove c’è la gioia, l’amore, dove c’è il perdono, dove incontriamo gli altri non come nemici, ma come amici.
Gesù ci carica sulle sue spalle come l’asinello, perché sa che siamo deboli di gambe, ma soprattutto di volontà e da soli non ce la faremo mai ad arrivare alla sorgente della vera felicità. Lui fa tutta la fatica e a noi dona la gioia di una vita vissuta nell’amore di Dio.