Il Battesimo al fiume Giordano segna l’inizio della vita pubblica di Gesù. È in quel momento che, mettendosi in fila con i peccatori e lasciandosi battezzare da Giovanni, Egli inizia concretamente a realizzare la missione che Dio Padre gli ha affidato.
È per questo che, in quel gesto di profonda umiltà, si rendono presenti anche il Padre e lo Spirito Santo (cfr. Mt 3,13-17).
Il Battesimo di Gesù diventa, così, l’emblema dell’opera di salvezza, che Dio ha compiuto per ciascuno di noi.
Il Padre fa sentire la sua voce dal Cielo, per presentarci Gesù come il suo Figlio amato. Il Padre, che ci ha creati, ci fa sapere, non più attraverso degli intermediari, ma con la sua stessa voce, che ci vuole bene, che non ci ha abbandonati, che non ci vuole più vedere tristi ed infelici, perché impantanati nel peccato, e per questo ci dona suo Figlio.
Gesù, il Figlio di Dio, non si mette al sopra di noi, per asservirci, ma si mette in mezzo a noi, per servirci. Assumendo la nostra natura umana, assumendo tutto di noi, tutto tranne il peccato, ci porta fuori dalla miseria del peccato e dalla povertà di questo mondo, fuori verso la libertà, la verità, la giustizia.
Lo Spirito Santo, rendendosi presente sotto forma di colomba, mette il sigillo su quanto Gesù andrà a compiere durante tutta la sua vita.
È la consacrazione di Gesù come Messia, come il Servo di Jahvè, preannunciato dal profeta Isaia (cfr. Is 42,1-7): il Servo obbediente, che non viene a condannare, ma a proclamare la nostra salvezza e liberazione; non viene a giudicare, ma a donarci la forza di agire bene.
Fin dal giorno del nostro Battesimo, la nostra vita è immersa in questo amore trinitario, grazie al quale si sviluppa, cresce e produce frutti di gioia, di bene e di pace.
Ogni volta che facciamo il Segno della Croce ci ricordiamo di questo amore di Dio, che ci avvolge di luce, di tenerezza, di consolazione, di questo amore che ci salva.