Nel corso dell’anno liturgico, di domenica in domenica, la Parola di Dio ci ha preso per mano e ci ha guidato alla scoperta di tante cose belle della vita di Gesù: incontri, miracoli, discorsi, parabole.
Adesso, che ci avviciniamo alla fine dell’anno liturgico, la Parola di Dio ci fa pensare ad una realtà, che riguarda ciascuno di noi e tutti noi insieme: la fine del mondo, la fine della nostra vita.
Il Vangelo (cfr Lc 21,5-19) ci presenta delle immagini molto forti: terremoti, carestie, guerre, distruzioni, ma non dobbiamo pensare che la fine del mondo avverrà in modo così catastrofico.
In fondo, l’evangelista Luca utilizza queste immagini perché aveva nel cuore il ricordo di un evento storico, da lui già vissuto: la distruzione del Tempio di Gerusalemme e della stessa città ad opera dei Romani.
Pensare alla fine non deve metterci addosso, né paure, né timori, né ansie, perché, come ripetiamo ad ogni Messa dopo la consacrazione, noi viviamo in attesa della venuta del Signore.
L’attesa di una persona amata, anche se ci procura un po’ di ansia, esplode, poi, nella gioia dell’incontro. Siamo, infatti, in attesa di un evento di gioia che riguarda ciascuno di noi, quando il Signore verrà, per condurci a vivere nella gloria eterna del Paradiso.
La Parola di Dio, allora, non vuole spaventarci, ma vuole aiutarci a spostare la nostra attenzione dalle realtà materiali, che pur belle e maestose, sono destinate a finire, alle realtà spirituali, che non finiranno mai.
Quel che davvero conta non sono le belle pietre del Tempio, che andranno distrutte, quanto piuttosto l’essere pietre vive della Chiesa.
Queste pietre vive siamo noi, figli di Dio, che insieme formiamo la famiglia di Dio e non finiremo mai, perché abbiamo un futuro eterno di gioia.
Verrà la fine, certo! Non tanto la fine del mondo, quanto piuttosto la fine di un mondo, di un certo modo di vivere, di un certo modo di pensare.
In fondo, ciascuno di noi ha già fatto tante volte l’esperienza della fine del mondo. Le situazioni della vita, infatti, a volte con gioia, a volte con sofferenza, ci portano a cambiare la nostra vita, ponendo fine a certe relazioni, a certe nostre abitudini, a certi stili di vita.
Verrà, soprattutto, la fine di questo mondo di cattiveria, di guerre, di odio, di prepotenze, di ingiustizie, di mafiosità, ma il mondo del bene, il mondo dell’amore di Dio, fatto con le pietre vive, continuerà a crescere, a diffondersi, ad espandersi e non finirà mai.
Viviamo, allora, ogni giorno in attesa della venuta del Signore, operosi nella fede, nella preghiera, nel bene, nell’ascolto degli altri, nella pazienza. Senza temere il giorno in cui arriverà la fine del mondo, la fine della nostra vita terrena, perché sarà l’inizio di una gioia senza fine.