Nel Vangelo di Marco (Mc 10,17-30) viene narrato l’incontro di Gesù con un tale che aveva un grande progetto per la sua vita: voleva trovare il segreto per essere felice tutti i giorni. Con questo progetto nella testa, andò di corsa a chiedere aiuto a Gesù: aveva fretta di sapere come poteva fare per vivere felice per sempre.
Che bello avere dei progetti! Tutti abbiamo dei progetti nella vita e abbiamo il desiderio di passare da una vita triste, incupita ad una vita piena di gioia, di felicità, di serenità.
Quel tale andò di corsa da Gesù e si mise in ginocchio davanti a Lui, perché capiva che Gesù gli poteva essere molto utile per realizzare quel suo progetto di vita, perciò gli chiese: «Gesù, che scelte devo fare per essere felice non un solo giorno, ma sempre?» (cfr Mc 10,17).
La risposta di Gesù fu: «Osserva i comandamenti». Ma quel tale, per tutta la sua vita, non aveva fatto del male a nessuno e sempre aveva osservato tutte le leggi e i comandamenti, eppure non era ancora felice. Nel fondo della sua anima c’era ancora tristezza e insoddisfazione, non era contento.
Gesù guardò con tenerezza quel tale e, comprendendo qual era la sua insoddisfazione, come spada a doppio taglio, penetrò nel suo cuore e gli rispose che, se voleva davvero essere felice per sempre, non doveva aggiungere altre cose da fare, altri impegni da compiere, non occorreva fare di più ma amare di più, cercare di essere di più e questo voleva dire rinunciare a tutti i suoi beni per metterli a servizio degli altri.
Quel tale pensava che la gioia, la serenità, la pace dipendessero dal fare ancora più cose, dal dire ancora più preghiere. No, la felicità non sta nel fare di più.
Certo è giusto pregare e pregare tanto, come è giusto osservare i comandamenti, ma Gesù ci vuole dire che la gioia non la sperimentiamo nel fare, ma nell’essere di più. Il problema è un problema di cuore, di scelte nell’animo.
La gioia la sperimentiamo realmente se, lasciando da parte tutti i nostri egoismi, mettiamo al centro Dio e il prossimo. Ecco perché i santi sono sempre degli esempi di gioia, di santità, di pace: hanno lasciato entrare nel cuore Gesù e con Lui hanno capito che il segreto della felicità è mettere al servizio del prossimo la nostra vita, che è la ricchezza più grande che tutti abbiamo.
Se la mettiamo a disposizione di Gesù, con più amore e preghiera, e a servizio degli altri, servendo e amando, la nostra vita sarà una vita felice per sempre.
Gesù guarda anche noi, come ha guardato quel tale, con il suo sguardo d’amore. Questo sguardo di Gesù è come quello di una mamma che guarda continuamente suo figlio e il suo cuore si riempie di gioia. Lasciamo che Gesù ci guardi, ma lasciamo soprattutto che la sua Parola entri nel nostro cuore per seguirlo lungo la strada che Lui ha percorso: amando di più e non facendo più cose. Gesù ha fatto pochissime cose, anzi ne ha fatto una sola: farsi mettere in croce per noi, tutto il resto, non sono cose fatte, è un amore vissuto, donato, sperimentato.
Coraggio, rimbocchiamoci le maniche, proviamo anche noi ad imitare Gesù e chiediamo a Dio che ci aiuti non a fare più cose ma ad essere di più: ad essere fedeli a Lui e ad essere attenti alle esigenze dei nostri fratelli.