Sulla Croce alla quale fu inchiodato Gesù, fu apposta una scritta: I.N.R.I. Sono le iniziali della scritta latina: “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum”, che in italiano significa: Gesù Nazareno Re dei Giudei. Pilato l’aveva fatto scrivere per prendere in giro Gesù e i Giudei, ma senza saperlo aveva così proclamato una grande verità.
Gesù, morendo sulla Croce, diventa Re di tutto il mondo. Non come i re che governano il mondo, i quali si fanno servire, vendono le armi, fanno morire le persone di povertà, costruiscono muri.
Gesù è il Re dell’Universo perché, obbedendo al Padre suo, è venuto a salvare tutti noi, che senza di Lui saremmo perduti. Non si è fatto servire, ma ci ha servito, fino a donare la sua vita per noi.
Morendo sulla Croce, Egli ha messo il seme del suo amore, del suo regno, della sua pace, della sua vita, nel nostro cuore.
Ecco perché, nella preghiera del Padre Nostro, diciamo “venga il tuo regno“: preghiamo perché questo Regno di Dio, che è già venuto perché Gesù lo ha messo nei nostri cuori, possa svilupparsi e crescere nella nostra vita e nel mondo intero.
Pregare “venga il tuo regno“, vuol dire impegnarsi a far crescere questo seme dell’amore. Troppo spesso, invece, lasciamo crescere velocemente, dentro di noi, soltanto le erbacce delle invidie, delle gelosie, del rancore, delle mormorazioni.
Nel Battesimo abbiamo ricevuto questo dono: di essere dei Re, di saper amare, di saper perdonare, di saper donare la nostra vita come il nostro Re. Tutte le volte, infatti, che facciamo qualche opera buona, che amiamo, che perdoniamo, che doniamo, diventiamo anche noi, nel nostro piccolo, dei Re, perché lasciamo crescere il Regno di Dio dentro di noi e nel mondo attorno a noi.