Tre donne, in quel mattino di Pasqua, spinte dall’amore per il Signore, andarono al sepolcro per poter ungere il corpo di Gesù.
Si misero in cammino quando era ancora buio, senza sapere nemmeno come poter rotolare via la grossa pietra, che chiudeva l’ingresso del sepolcro, eppure qualcosa o qualcuno le spingeva ad andare, di buon mattino, verso quella tomba.
Il loro animo era appesantito dal dolore e dal dispiacere per la perdita del Maestro, ma ebbero il coraggio di alzare lo sguardo: videro, allora, la pietra ribaltata, l’ingresso del sepolcro spalancato e un giovane vestito d’una veste bianca (cfr Mc 16,1-7).
Come l’angelo Gabriele, aveva annunciato a Maria che sarebbe diventata la mamma di Gesù, e l’aveva rassicurata di non temere; così, alle tre donne spaventate, l’angelo, rassicurandole, ha annunciato la vita nuova che viene: “Non abbiate paura! Gesù è Risorto!”.
È il nuovo annuncio che porta a compimento quel primo annuncio: Gesù, il Figlio di Dio, che nel seno di Maria ha assunto la nostra umanità, è risorto per donarci la sua vita divina.
Quelle tre donne rappresentano tutta la chiesa, tutta l’umanità, rappresentano ciascuno di noi. Qualcosa, qualcuno, nel profondo del nostro cuore, ci spinge ad andare verso Gesù, ad ascoltare la sua Parola, che ci annuncia: Cristo è risorto, Cristo è vivo, non è più nella tomba, è speranza, è vita!
Quando la fatica, i dispiaceri, i problemi, le preoccupazioni ci fanno ripiegare su noi stessi, con coraggio alziamo, anche noi, lo sguardo per guardare in alto: ci accorgeremo che quella pietra, che chiudeva il nostro cuore alla speranza, è rotolata via.
Tutte le difficoltà della vita, tutti i pesi e le sofferenze della giornata non scompariranno, ma avremo nel cuore la speranza che con Cristo, anche noi, possiamo farcela ad intraprendere un cammino nuovo.
Grazie Signore, perché hai fatto tutto questo per ciascuno di noi, affinché possiamo credere nella vita e non nella morte, nella gioia e non nella tristezza, nella speranza e non nella disperazione, affinché possiamo credere in un futuro migliore, che ha lo splendore di quel mattino di Pasqua.