La scorsa settimana tanti giovani, provenienti da tutta Italia, si sono messi in cammino per incontrare Papa Francesco. Avevano nel cuore tante domande ma poche risposte.
Con il desiderio di essere ascoltati dal Papa e trovare con Lui una risposta ai loro perché, hanno deciso di affrontare la fatica del viaggio.
È bello pensare a questo cammino. È come quello intrapreso dal profeta Elia, in un momento molto difficile della sua vita. Pur essendo nel giusto, Egli veniva perseguitato e nel momento di massimo sconforto, si ritirò nel deserto con l’unico desiderio di morire (cfr. 1Re 19,4-8).
L’angelo del Signore lo invitò, invece, a mangiare del pane e ad intraprendere un lungo cammino. Alla fine il profeta ascoltò la voce dell’angelo e, dopo aver mangiato quel pane, camminò per quaranta giorni nel deserto, fino ad arrivare ad incontrare il Signore.
Come cristiani, tutti noi siamo chiamati ad intraprendere questo cammino. Un cammino fatto dentro di noi, tante volte molto più faticoso di un cammino fatto con i piedi.
Siamo chiamati a diventare imitatori di Dio e a camminare nell’amore, nella pazienza, nel servizio, nel perdono, nell’ascolto.
Questo cammino spirituale è bello ed importante, perché ci conduce alla gioia, ma costa fatica poiché ci chiede di rinunciare a tutte le nostre idee e convinzioni, per imparare a pensare e ad agire secondo il Vangelo.
È Gesù stesso che ci invita a metterci in cammino e ci offre le possibilità per farlo. Ci dona la sua Parola e il Suo Corpo, affinché possiamo raggiungere la meta di questo cammino che è l’incontro con Lui.
Nonostante i nostri limiti, i nostri peccati e le nostra paure, se ascoltiamo la Parola di Dio e riceviamo Gesù nell’Eucaristia, possiamo avere la forza per affrontare questo lungo cammino e incontrare il Signore in ogni istante della nostra vita.