Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore. (cfr. Lc 4,18-19)
Fortunati quegli ammalati che hanno parenti e amici che li vanno a trovare per far loro compagnia, condividendo così il peso della malattia. Chi è ammalato non è che guarisce, ma si sente più leggero nella sua sofferenza, si sente aiutato a reagire positivamente. È bello quando una persona malata si ritrova vicino amici e parenti che perdono un po’ di tempo con lui.
Fortunati quei tossicodipendenti che, dopo aver distrutto se stessi e le proprie famiglie, si sono trovati vicino ancora i familiari. La condivisione del lottare insieme è l’unica strada per avere uno spiraglio di possibilità di recupero. Quante famiglie ho visto che, invece di lasciar perdere il loro familiare, avevano ancora tempo e pazienza per restargli accanto ed aiutarlo ad uscire fuori dalla dipendenza. È bello aver vicino qualcuno che condivide e compatisce le nostre difficoltà.
Fortunati quei carcerati i cui familiari hanno trovato il tempo per andarli a trovare affrontando le fatiche del viaggio, talvolta lungo, le ore di attesa per strada, i disagi, le tante spese economiche. È bello essere vicini con l’amore e l’affetto ad una persona priva di libertà, condividendo con lei la speranza di un futuro migliore.
Questi esempi ci fanno capire quanto sia importante, nei momenti di difficoltà, avere qualcuno vicino, che magari non può fare niente per aiutarci, ma il semplice fatto che ci sta accanto ci dà una forza incredibile. Se è così bello avere vicino un amico o un parente, proviamo a pensare quanto più grande e più bello sia per noi, poveri peccatori, avere Gesù accanto a noi.
Gesù ha preso come uno scivolo e si è tuffato anche lui in mezzo al fango dove siamo precipitati a causa del nostro peccato. Si è tuffato con noi in mezzo alla polvere, non per sporcarsi anche lui, ma per toglierci il fango di dosso. Gesù è precipitato giù con noi per portarci il lieto annuncio.
Il Figlio di Dio è venuto vicino a noi che siamo malati, tante volte malati gravi, che siamo dipendenti da tante stupidaggini di questo mondo, che siamo privi di libertà interiore e si è messo accanto a noi per dirci una parola di speranza, di liberazione, di guarigione.
Tutti noi siamo a volte come carcerati: prigionieri delle nostre paure, degli egoismi, dei nostri peccati, del sentirci superiori agli altri. Gesù è venuto ad aprire le nostre prigioni.
Siamo come oppressi da grossi pesi che facciamo fatica a portare da soli: oppressi dalla solitudine, dal non avere accanto degli amici, a volte come emarginati da tutti. Gesù viene a liberarci da questi pesi inutili.
Spesso siamo ciechi nell’animo perché non riusciamo a capire ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che non lo è. Gesù viene ad aprirci gli occhi dell’animo.
Grazie Gesù che hai preso tutti i rischi dello scivolo per venire anche tu dove siamo noi, perché noi da soli non ce l’avremmo mai fatta a toglierci il fango del peccato. Ti chiediamo scusa perché non abbiamo ancora capito quanto ci ami, quanto hai fatto per noi e quanto continuerai a fare per aiutarci a ritrovare la gioia.