La storia di Abramo ci aiuta a risalire alle origini della nostra fede. Dopo essersi fidato di Dio, che lo invitava a lasciare la sua terra, per andare verso un paese sconosciuto, Abramo dovette affrontare una prova di fede molto più ardua.
Dio gli chiese di sacrificare il suo unico figlio, Isacco, il figlio che gli avrebbe consentito di avere quella discendenza, numerosa come le stelle del cielo, che Dio stesso gli aveva promesso. Abramo, con la morte nel cuore, ancora una volta, fu disposto a fidarsi di Dio (cfr. Gen 22,1-2.9.10-13.15-18).
Il Dio della vita, naturalmente, non permise che Abramo uccidesse suo figlio, ma capì quanto era grande la sua fede. Per questo motivo Abramo è diventato il padre della fede: egli è il nostro modello, perché ci aiuta a capire se la nostra è una fede di convenienza oppure è una fede vera e sincera.
Aver fede significa fidarsi di qualcuno, come il bambino, addormentato tra le braccia della mamma, si fida ciecamente di lei e sa che può dormire sonni tranquilli, perché la mamma lo cura, lo protegge, lo assiste.
Abramo si è fidato totalmente di Dio e noi ci fidiamo di Lui? Troppo spesso la nostra è una fede inconsistente: non abbiamo fiducia che quanto il Signore ci chiede è per il nostro bene, per donarci la possibilità di una vita migliore.
Piuttosto che rinunciare al nostro egoismo, preferiamo accontentarci di una vita banale, pensando che non valga la pena seguire gli insegnamenti di Gesù.
Come del resto hanno pensato gli apostoli, quando Gesù annunciava loro, non gloria e successo, ma la sua imminente morte a Gerusalemme. Avendo letto nel cuore la loro paura, decise di portare con sé i tre più brontoloni (cfr. Mc 9,2-10). Lì portò sul monte per far vedere loro quale sarebbe stata la loro vita, la vita di tutti noi: non una vita triste, buia, incasinata ma una vita splendente.
Davanti a loro, Gesù si trasfigurò, aprendo come una finestra sulla sua gloria, sulla sua appartenenza a Dio. Voleva aiutarli a capire che il sacrificio che stavano affrontando non era fine a sé stesso, ma era un passaggio necessario per essere con Lui nella gloria.
Se desideriamo avere una vita bella e gioiosa, piena di amore, fidiamoci di Gesù, che ci ha amato fino al punto di morire per noi. Come Abramo, scopriremo che l’ultima parola non è la fatica, la sofferenza, il sacrificio, ma la gioia, la pienezza della vita; l’ultima parola non è della morte ma è della vita.