Un anonimo lebbroso e Gesù, l’uno di fronte all’altro, protagonisti di un faccia a faccia che è fonte di salvezza. Il lebbroso è la fotografia di ciascuno di noi. Siamo creature di Dio, siamo figli di Dio, siamo persone amate da Dio, ma più prendiamo coscienza di chi siamo, più percepiamo che c’è anche il rovescio della medaglia.
Spesso siamo persone affette da una lebbra spirituale che nasce dentro il nostro cuore e mette le radici nella nostra vita: siamo persone tristi, scontente, arrabbiate… siamo peccatori.
Solo noi possiamo far sì che questa lebbra vada via dal nostro cuore e possiamo farlo seguendo l’esempio di quel lebbroso che, dopo tanti anni di emarginazione, comprende che la soluzione al suo problema sta nel fare un passo deciso, umile e fiducioso verso l’Altro per chiedere aiuto.
Il lebbroso ha il coraggio di riconoscere che la sua sofferenza interiore ha origine dalla sua condizione di peccatore e decide di cambiare. Si mette davanti a Gesù e lo guarda negli occhi ammettendo la sua fragilità. Non vuole giustificarsi dando la colpa agli altri, chiede solo di essere guarito.
Abbiamo anche noi quest’umiltà, questa fiducia, questo coraggio di lasciarci guardare negli occhi dall’Altro?
Siamo creature, fragili e limitate, spesso lamentose e ripiegate su noi stesse, ma se continuiamo a guardarci solo allo specchio, pur riconoscendo la nostra lebbra, la nostra infelicità, non siamo capaci di guarire. Solo accettando quest’incontro con l’Altro possiamo guarire il nostro cuore.
Gesù è l’Altro, che accetta di stare faccia a faccia con me; è l’Altro che non ha paura di starmi accanto, di guardarmi in faccia, anche se sono un peccatore, perché vuole guarirmi.
Ed io sono disposto a quest’incontro faccia a faccia con Lui?