Dal mercoledì delle Ceneri fino alla Domenica di Pasqua sono trascorsi quaranta giorni molto significativi: un tempo di passaggio da una situazione ad un’altra, come i quaranta anni trascorsi dagli Ebrei per passare dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della Terra Promessa. Questi quaranta giorni, chiamati tempo di Quaresima, sono immagine del tempo della nostra vita durante il quale siamo chiamati a passare dal deserto al giardino.
È Gesù che prima di noi e per noi ha fatto questo cammino. All’inizio della Quaresima, abbiamo ascoltato il racconto delle tentazioni e Gesù si trovava nel deserto (cfr. Lc 4,1-13). Quello stesso deserto che anche noi attraversiamo tante volte. Il deserto di una vita spenta e senza prospettive, piena di tanta polvere che corrode le relazioni con le persone e ci inaridisce dentro. Un deserto che abita in ciascuno di noi quando pensiamo di poter fare a meno di Dio, rompendo la relazione di amicizia con Lui.
Nel giorno di Pasqua, quando Maria di Magdala si reca al sepolcro per onorare il corpo di Gesù, trova la tomba vuota e vede nel giardino colui che pensa esserne il custode: è Gesù Risorto (cfr Gv 20,1-18). Il deserto delle tentazioni, il deserto della lontananza da Dio, dopo che Gesù ha affrontato la passione e la morte, è diventato il giardino.
Quel giardino ha radici lontane. Nel libro della Genesi leggiamo, infatti, che Dio, dopo aver creato l’uomo e la donna, li pose nel paradiso terrestre come custodi del giardino (cfr. Gn 2,15). Un giardino pieno di delizie, segno della bellezza e della dolcezza dell’amicizia con Dio e del suo amore provvidente.
Con la sua morte, Gesù ha vinto il deserto ed ha ristabilito il giardino, cioè la relazione di amicizia tra l’uomo e Dio. La risurrezione di Gesù ci riporta nella condizione di abitanti del giardino che Dio da sempre desidera per ciascuno di noi.
Con Gesù Risorto, mettiamoci in cammino, accettando di attraversare i deserti delle nostre solitudini e le oscure notti della nostra vita. Guidati dalla sua Parola, scopriremo che, solo se mettiamo Dio al centro della nostra esistenza, il deserto di una vita stanca e inaridita può diventare di nuovo il giardino di una vita vissuta nella pace, nella gioia, nell’amore.