Ad una settimana dalla Solennità del Corpus Domini, pubblichiamo l’Omelia del Cardinale Sepe affinché, ricordando questo evento, che ha coinvolto in modo tutto speciale la nostra Comunità parrocchiale, rinnoviamo l’impegno di camminare ogni giorno, con Gesù, per le strade del nostro quartiere, testimoni gioiosi e coraggiosi del suo amore.
Oggi, in comunione con tutta la Chiesa, celebriamo il mistero più grande che ci ha lasciato in eredità il Signore: il mistero del Suo Corpo e del Suo Sangue. Il Sangue del Figlio di Dio che, incarnandosi, è diventato uomo, si è fatto uno di noi, per abitare in mezzo a noi, per stare con noi; per prendere nel suo cuore le sorti di tutta l’umanità, ma anche di ciascun uomo, di ciascuna donna, di tutti i tempi, di tutti i luoghi, di tutti i continenti. Questo Corpo e Sangue è dato in cibo per tutti noi. È quanto abbiamo ascoltato nella lettura della Parola di Dio. Questo insegnamento ha le sue radici già nel vecchio Testamento.
Nella prima lettura, tratta dal Libro dell’Esodo (Es 24,3-8), abbiamo ascoltato questa alleanza tra Dio e il popolo d’Israele. Alleanza che era stata conclusa attraverso Mosè e che era rappresentata dal sangue del sacrificio degli animali: segno di comunione tra Dio e il suo popolo. Dio mostrava di gradire questo sacrificio del popolo come segno della fede, che quindi diventava come un patto per cui Dio e il popolo giuravano di amarsi, di essere presenti, di aiutarsi.
Lo capiamo bene nella seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei (Eb 9,11-15), che riprende questa alleanza del Vecchio Testamento, facendo capire che l’immagine dei capri e degli agnelli trova una realizzazione definitiva nel sangue di Cristo. Cristo realizza tutto quello che era stato anticipato in figura nell’Antico Testamento. Cristo offre se stesso, il suo sangue, per ristabilire un’alleanza di amicizia, di amore tra noi, suo popolo, e Dio, nostro Padre.
Così dal Vangelo di Marco (Mc 14,12-16.22-26) abbiamo ascoltato il racconto della cena del Signore, l’ultima, consumata prima di quel momento solenne della Sua vita: vita donata in obbedienza alla volontà del Padre e per il bene di tutti noi. È il sangue di Cristo che purifica, che lava, che diventa alimento, forza della nostra fede. E noi siamo diventati consanguinei di Cristo e la nostra fede è fondata su questo atto di amore splendido di Cristo che dona la sua vita per noi.
Capite, allora quanto è preziosa la nostra vita! È costata non oro o argento! La vita di ciascuno di noi ha il prezzo, il valore dello stesso sangue di Dio! Dio mi ha amato fino al punto da dare sé stesso per me. Allora riflettiamo dentro di noi: se io sono una nuova creatura, se sono figlio di Dio, se sono sorella o fratello di Cristo devo rispondere a questo dono prezioso ricevuto donando a mia volta la mia vita. Ma come vivo la mia vita? La vita di ogni giorno?
Tu mamma come vivi la tua vita? La senti come una vocazione, una missione, come un dono che devi dare al tuo sposo, ai tuoi figli, ai tuoi amici, alle persone che abitano nella tua casa, nel tuo quartiere, nella tua città? Oppure ti chiudi in te stessa?
Ed anche tu papà, tu giovane, questo Sangue che ti ha salvato, che ti ha impreziosito l’esistenza, quale effetto ha nella tua vita concreta, di ogni giorno? Diventa qualcosa che testimoni nel concreto quando parli, quando incontri gli altri, quando giochi? Oppure, in questi momenti della vita, vivi come se Gesù non esistesse per niente?
Nel mio esame di coscienza, sento ribollire il Sangue di Cristo nella mia esistenza e quindi rivedo la mia vita in questo contesto di amore? La mia vita è un amore che si dona? Oppure è un egoismo che si chiude in sé stesso e ci chiude gli occhi e le orecchie per non vedere le tante miserie, le tante necessità, i tanti bisogni di tanti poveri, di tanti ammalati, di tanti carcerati?
Ecco l’Eucaristia: è il pane che viene spezzato e si dona a noi. Noi lo mangiamo, alimentando la nostra fede, e poi lo diamo agli altri perché è un pane che si moltiplica a seconda di come noi viviamo la carità e l’amore nel quotidiano. Anche noi, come il sacerdote, spezziamo il pane e lo diamo in cibo a chi ha bisogno, a chi veramente sente fame di Dio, di amore, di giustizia, di pace.
Ecco il senso, cari fratelli e sorelle, di questa solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il senso anche di questo pellegrinaggio che faremo per le strade di questo quartiere. Dio non è lontano, Dio non è fuori dalla nostra vita, dal nostro modo di agire, Dio cammina, è presente nelle nostre strade, nelle nostre famiglie, nella vita di ciascuno di noi.
E allora, con profondo senso di amore e di adorazione verso Dio, che si fa nostro cibo e bevanda, lo vogliamo testimoniare tutti i giorni della nostra vita in qualsiasi situazione, soprattutto nei momenti di dolore, di sofferenza ma anche di gioia. Mettiamo nel cuore di Cristo questi nostri desideri, affidiamo a Lui la nostra vita e chiediamogli di mandare anche a noi il suo Spirito, perché possiamo essere sempre fieri, gioiosi e coraggiosi nel testimoniare il suo amore per noi. Maria, che ha dato il corpo a Cristo, il sangue a Cristo, è il tabernacolo vivente di Cristo, come lei accogliamo Gesù, insieme a lei seguiamoLo per le strade della nostra vita. ‘A Maronna c’accumpagni!
(Card. Sepe – Omelia per la Solennità del Corpus Domini
07-06-2015 S.Anna a Capuana
trascrizione non rivista dall’autore)