Nìnive era una grande città, nella quale c’era molta ingiustizia e malvagità, come in tante città del nostro tempo. Dio aveva un progetto per quella città: desiderava la conversione dei suoi abitanti, perché potessero diventare persone libere e felici.
Dio chiamò Giona e lo mandò in quella città, per aiutare gli abitanti di Nìnive a riconoscere il male commesso e invitarli a cambiare. Giona era uno che si credeva giusto e in cuor suo sperava che Dio distruggesse quella città, con tutti i suoi abitanti perché, secondo lui, erano senza speranza (cfr. Gn 3,1-5.10).
In fondo, nel cuore di ciascuno di noi abita un piccolo Giona. Di fronte al male che c’è nel mondo o nella nostra città, chi di noi non si è mai chiesto: “Perché Dio non punisce quelli che fanno del male? Perché, alla fine, sembra sempre che se la prenda solo con i buoni?”.
Gli abitanti di Nìnive però, a discapito di quanto pensava Giona, non lasciarono inascoltato il suo invito alla penitenza: tutti ascoltarono la Parola di Dio, annunciata da Giona e si convertirono. Dio fu molto contento di non dover distruggere quella città, Giona un po’ meno.
Nonostante le sue resistenze, Giona alla fine, si è reso disponibile alla volontà di Dio, iniziando prima di tutto lui a cambiare mentalità. Grazie al suo cambiamento, Dio ha potuto ridare una nuova vita agli abitanti di Ninive.
La storia di Giona ci aiuta a comprendere una cosa molto importante: Dio non vuole fare niente senza il nostro aiuto, per fare il bene chiede la nostra disponibilità.
Come ha chiamato Giona, il Signore chiama ciascuno di noi e lo fa con le parole che Gesù ha pronunciato all’inizio della sua predicazione: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete nel Vangelo” (cfr Mc 1,14-20).
Il tempo è compiuto. È una parola che scava dentro i nostri cuori, perché tante volte diciamo il contrario: rimandiamo a domani il nostro cambiamento. Rimandiamo sempre a domani, e questo domani non diventa mai oggi.
Il Regno di Dio è vicino. Gesù ci chiede di aprire gli occhi e il cuore. Questo è il momento in cui possiamo vederlo in mezzo a noi. Non accorgiamocene domani! Qui, adesso, in questo momento, Gesù è in mezzo a noi.
Convertitevi. Oggi è il momento giusto per incominciare a cambiare mentalità, per pensare come la pensa Gesù. Cambiamo modo di pensare e di agire.
Cambiamo il modo di considerare i fatti, che avvengono nella nostra vita: sono sempre una chiamata di Dio per ciascuno di noi. Invece di lamentarci delle cose che vanno male, proviamo a pensare che cosa Dio ci chiede di fare.
Cambiamo il modo di vedere le persone: impariamo ad ascoltare piuttosto che a giudicare sempre, tutto e tutti. Apriamoci al dialogo, senza chiuderci nelle nostre convinzioni, solo così potremo cambiare, insieme agli altri, questo mondo.
Credete nel Vangelo. Il Vangelo è una buona notizia, quindi se lo ascoltiamo siamo chiamati ad essere degli ottimisti, ad avere un occhio intelligente che sa vedere, in tutto, il bene, per farlo crescere.
Essere ottimisti significa credere che il cambiamento è possibile. Vuol dire credere al bene, credere in Gesù, credere in noi stessi. Se pensiamo che, con la grazia di Dio, ce la possiamo fare, siamo ottimisti, segno che la Buona Notizia del Vangelo è nel nostro cuore.