Lazzaro e le sue sorelle Marta e Maria, erano amici molto intimi di Gesù. Un giorno Lazzaro, si ammalò e le sorelle, subito, mandarono a chiamare Gesù, ma quando Gesù arrivò, Lazzaro era già morto. Gesù allora, profondamente turbato per la morte del suo caro amico, dopo aver pregato il Padre suo, gridò forte a Lazzaro di venire fuori dal sepolcro. Lazzaro tutto fasciato com’era, uscì dalla tomba: Gesù gli aveva ridato la vita.
Al di là del miracolo che ha compiuto nei confronti del suo amico Lazzaro, Gesù vuole dire a ciascuno di noi: Io sono la risurrezione e la vita! Io sono vita per voi! Io sono risurrezione per voi!
Tante volte, anche noi, siamo come morti: quando dentro di noi si spegne la fede, quando mettiamo da parte Dio, quando prevale il nostro egoismo. Siamo come morti: quando pensiamo in termini di interesse personale e non familiare e comunitario; quando abbiamo la mano chiusa e non siamo aperti a far del bene, ad agire con carità; quando prevale sulla nostra bocca il no; quando gli altri ci danno fastidio.
Il Signore viene a dire a ciascuno di noi: Alzati, vieni fuori dal tuo sepolcro! Vieni fuori dal tuo egoismo, dal tuo individualismo, torna a vivere, a sorridere, a sperare, a collaborare.
Riprendi in mano la tua vita che è un po’ spenta, senza grinta, senza mordente. Esci fuori da questa stanchezza che ti trascini addosso. Non arrenderti di fronte alle sconfitte, ai dispiaceri, alle tragedie, alle cose che fanno veramente male. Riprendi forza, riprendi coraggio, riprendi a vivere con fiducia.
Con la risurrezione di Lazzaro, Gesù vuole dire a ciascuno di noi che possiamo rinascere dalle nostre abitudini consolidate, dalle cose stantie che sono dentro di noi. In ogni momento c’è la possibilità di una via nuova. Apriamo il sepolcro: possiamo diventare creature nuove, via le cose vecchie, le cose passate. Ricominciamo a sperare, a vivere una vita nuova, una vita risorta.