Il profeta Amos denunciava tutte quelle persone che, nel suo paese, non avevano compassione per nessuno, anzi non perdevano occasione propizia per arricchirsi a danno dei più poveri (cfr. Am 8,4-7). Erano persone che mettevano al centro sé stessi e il loro tornaconto e non si facevano scrupoli di opprimere e sfruttare i poveri per raggiungere i loro obiettivi.
Purtroppo anche il mondo di oggi ha spesso questo atteggiamento. Tutto è fatto nel nome del profitto: le persone pensano di essere libere e di aver conquistato chissà quali libertà, ma non si rendono conto di essere diventate schiave del consumismo che, oltre a togliergli il portafoglio, gli toglie anche la testa, la capacità di pensare e di scegliere.
E noi, chi mettiamo al centro della nostra vita? Se mettiamo noi stessi, gli altri vengono messi al margine e anche Dio viene decentrato, perché al centro ci stiamo noi. Se mettiamo al centro i nostri interessi, la ricchezza, i beni di consumo, finiamo per mettere al margine la verità.
Se ci pensiamo bene, i guai del mondo di oggi, le divisioni tra stati, i muri, i fili spinati, le porte chiuse derivano dal mettere al centro noi stessi e dall’aver dimenticato che siamo tutti fratelli perché tutti figli di un unico Dio. “Uno solo è Dio. Uno solo il mediatore tra Dio e gli uomini: l’uomo Cristo Gesù” (cfr. 1Tm 2,1-7): questa è la verità che ci deve illuminare ogni giorno della nostra vita.
Mettiamo al centro della nostra vita il Signore Gesù e allora al centro della nostra esistenza ci saranno i poveri, le persone semplici e umili. Mettiamo tutto il nostro impegno, la passione, la fantasia, tutte le nostre energie per pensare bene, per aiutare gli altri, per pregare, per progettare sempre cose buone, per agire generosamente. Impegniamoci di più nelle cose belle che fanno star bene gli altri e troveremo la nostra vera felicità.