È bello rendere grazie al Signore, annunciare le meraviglie che ha compiuto nei ragazzi e nelle ragazze, che hanno ricevuto la loro Prima Comunione.
Questi ultimi due anni è come se fossero stati un unico anno: la pandemia, infatti, ha come rallentato il nostro tempo, dandoci la possibilità di sperimentare nuovi modi di vivere la catechesi.
Per quanto è stato possibile, a distanza e in presenza, abbiamo seminato il seme della Parola di Dio, anche grazie all’aiuto dei genitori,
Come il seminatore, che getta il suo seme senza preoccuparsi di quanto effettivamente ne cadrà sulla terra buona, abbiamo provato ad annunciare la Buona Notizia, anche quando ci sembrava improbabile e impossibile che i nostri tentativi potessero giungere a buon fine.
Di certo, non abbiamo fatto tanti incontri, né tanto meno possiamo dire di aver completato chissà quale programma di catechesi: il tempo è stato poco e pochi i momenti per stare insieme.
A tratti, ci è sembrato di aver faticato invano, ma abbiamo continuato a seminare tanti piccoli semi, provando, soprattutto, a metterci in ascolto, per poter condividere le gioie e le preoccupazioni di questi ragazzi e di queste ragazze.
Nonostante le tante difficoltà, siamo pieni di fiducia che quei piccoli semi, che abbiamo seminato in questi tre anni di cammino, cresceranno e, un giorno, porteranno frutti abbondanti, come questo avverrà noi stessi non lo sappiamo (cfr. Mc 4,26-34).
In fondo già oggi, possiamo scorgere i primi germogli spuntare nei loro sguardi sereni, nei loro sorrisi ritrovati, nella semplicità del loro essere contenti.
È questa la meravigliosa potenza della Parola di Dio che, silenziosa, cresce nel terreno del nostro cuore.
Uno sguardo, un sorriso, l’ascolto sincero, il prendersi cura dell’altro restandogli semplicemente accanto… Piccoli semi che, senza fare rumore, fanno crescere in noi l’amore… piccoli gesti che trasformano le nostre vite in accoglienza e ristoro per quanti incrociano il nostro cammino.