Ai tempi del Profeta Isaia, gli Israeliti ne avevano combinata una grossa: invece di continuare ad amare Dio, si erano abbassati, stupidamente, ad adorare gli idoli, come i popoli pagani.
Allontanandosi da Dio, avevano rovinato la bella relazione di amore, che avevano con Lui, ed erano andati incontro a delle brutte esperienze: erano stati fatti prigionieri e portati schiavi a Babilonia.
Dio, però, volle concedere al suo popolo un’altra possibilità. Inviò, allora, il profeta Isaia, per aiutarlo a capire che non tutto era perduto, ma era ancora possibile riprendere il cammino verso il suo amore.
Quante volte, anche noi, ci ritroviamo in sentieri aridi e apparentemente senza via di uscita. Certe volte, il passato è sbagliato e ci fa star male. Allora, nel cuore nasce il proposito di ricominciare, di provarci ancora. Ma da dove ripartire, per ridare vita alla nostra esistenza inaridita?
Come il terreno arido accoglie la pioggia, che scende dal cielo, perché possa fecondarlo, così nel nostro cuore lasciamo che si faccia spazio la Parola di Dio, affinché, pian piano, la nostra vita possa riprendere forza, coraggio, energia, passione, fiducia.
Il primo passo da fare per ricominciare è ripartire dalla Parola di Dio. Ascoltiamola, accogliamola, meditiamola, gustiamola, mangiamola: allora feconderà il nostro cuore e porteremo frutti di gioia.
Maria è l’esempio più bello di chi ha ascoltato e accolto la Parola di Dio ed è diventata così la Madre di Dio. Se, ogni giorno, lasciamo spazio, nel nostro cuore, alla sua Parola, anche noi possiamo generare Gesù e far sì che nasca nelle nostre famiglie e in tutti gli ambienti dove viviamo; nasca con quei piccoli gesti di carità, di servizio, di saluto, di disponibilità, di ascolto, che possono cambiare la nostra vita e quella del mondo attorno a noi.