Il Signore è in attesa di ascoltare le nostre preghiere, di ascoltare ciò che portiamo nel cuore: gioie, sofferenze, pensieri, preoccupazioni, desideri, progetti.
Il Signore è attento a ciascuno di noi, come se fossimo soli davanti a lui. L’unica cosa che ci chiede è di aver fede.
Una fede semplice, non quella che chiede miracoli, ma quella che ci aiuta a vivere serenamente ogni giorno.
Non dobbiamo avere fretta di ottenere quello che chiediamo nella preghiera.
Chiedere una sola volta e lasciar perdere, perché nulla si è ottenuto, non è la preghiera che il Signore vuole da noi. Ci chiede di pregare senza stancarci, di pregare con insistenza, fino a diventare noiosi.
Dobbiamo importunarlo per convincerlo ad ascoltarci, così come fece quella povera vedova con quel giudice senza scrupoli. In alcun modo il giudice voleva ascoltarla, ma la vedova non si stancò di chiedere. Alla fine il giudice, suo malgrado, dovette cedere e farle giustizia, pur di allontanare da lui quella donna, che stava diventando eccessivamente insistente (cfr Lc 18,1-8).
Preghiamo, preghiamo! Preghiamo senza stancarci. Come gli atleti che, giorno dopo giorno, continuano ad esercitarsi per potenziare i muscoli, così pregando con insistenza ci potenzieremo nella nostra consapevolezza di essere figli amati dal Padre.
Il Signore ci chiede di pregarlo non perché non sappia di cosa abbiamo bisogno, lo sa meglio di noi e ancor prima che glielo chiediamo. Ci chiede di pregarlo perché possiamo conoscere sempre meglio e sempre di più che Lui è nostro Padre e ha a cuore il nostro benessere.
La preghiera non convince Dio, ma convince noi che nulla possiamo senza il Suo aiuto. Pregare senza stancarci non significa, allora, ripetere delle formule da mattina a sera, ma è questa disponibilità a metterci con fiducia nelle mani di Dio, certi che non ci farà mai mancare quanto è necessario per la nostra felicità.